Storie

Roma, 1984: quando a essere schedati erano i sardi e le loro date d'immigrazione

Vignetta-Putzolu-De-Sena

ROMA. Il ministro dell'Interno Matteo Salvini vuole fare la schedatura dei Rom. E dopo le polemiche ribadisce: "Non mi fermo, vado dritto: prima la sicurezza". E se c'è chi richiama fatti neri che risalgono a 80 anni fa, ci sono altre esperienze più recenti. E riguardavano i sardi e la Sardegna."Dietro questa direttiva non c'è alcun intendimento persecutorio": così il questore di Roma Luigi De Sena, nel 1984,  giustificò la circolare diramata pochi giorni prima nella quale si invitavano i sindaci a nord dell Capitale, fino alla Toscana, a comunicare "con cortese urgenza l' elenco di tutte le persone di origine sarda residenti nel territorio comunale, corredato dalle rispettive composizioni familiari, vicende anagrafiche, attività lavorative e data di immigrazione".

Una schedatura dei sardi che era stata denunciata dalle colonne de Il Solco, organo di informazione del Partito Sardo d'azione. Dal ministero dell'Interno si spiegò che il ricorso alle schedature non avrebbe avuto altro fine che quello di individuare i latitanti del Movimento armato sardo, la misteriosa organizzazione che si voleva formata da banditi e terroristi accusata di numerosi omicidi e del sequestro Bulgari-Calissoni". Quindi bastava essere sardi per essere schedati e identificati come pericolosi sardi, potenziali terroristi eversivi.