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Cagliari, incinta con polmonite da Covid perde il bimbo: intervento eccezionale per salvarle la vita

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CAGLIARI. Il suo bambino non ce l'ha fatta. Lei, con polmonite da Covid, ha lottato tra la vita e la morte, ma è ancora in gravi condizioni. E a soli 39 anni ha rischiato di non farcela. A darle una speranza sono stati i medici del Santissima Trinità e i rianimatori del Brotzu, che hanno usato un polmone artificiale per ossigenare i suoi organi: è la prima volta a Cagliari su un paziente con il coronavirus. 

L'intervento in emergenza è avvenuto dopo che la donna, al quinto mese di gravidanza, ha perso il bambino per mancanza di ossigeno placentare a causa della devastante polmonite da Covid. Anche le condizioni della 39enne, però, una sportiva e senza alcuna patologia prima del Covid, erano compromesse: si doveva operare subito per estrarre il bimbo ormai senza vita e alleggerire l’impegno emodinamico per il cuore e i polmoni materni, per darle una possibilità di sopravvivere.

Così l’equipe guidata dalla ginecologa Eleonora Coccollone ha eseguito un taglio cesareo in emergenza per asportare il feto morto e la placenta. Poi sono intervenuti i rianimatori del Brotzu che, per la prima volta a Cagliari, hanno utilizzato un polmone artificiale in un malato Covid per ossigenare gli organi e tenere in vita la giovane donna. 

Le condizioni della paziente restano gravi, ma l'intervento eccezionale le ha dato una speranza. Da qui l'ennesimo appello dei medici, anche ai più giovani, per il rispetto rigoroso delle regole. Perché il virus può colpire chiunque, non solo gli anziani.