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Bufera su Brunetta, poi il dietrofront: revocato l'aumento del proprio stipendio

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ROMA. L'ex ministro di Forza Italia e attuale presidente del Cnel, Renato Brunetta, ha annunciato che revocherà l’aumento di stipendio suo e dei vertici dell’istituzione, che sarebbe dovuto salire da 250 mila a 310 mila euro annui. 

A rendere noto l’aumento era stato il quotidiano Domani e subito erano esplose le polemiche: Brunetta si era "giustificato" sostenendo di aver solo applicato la sentenza della Corte costituzionale che a luglio aveva dichiarato illegittimo il limite di 240mila euro all’anno per gli stipendi dei dirigenti pubblici. Ma anche la premier Giorgia Meloni aveva definito "non condivisibile" e "inopportuna" la scelta di adeguare i compensi ai parametri di altri organi costituzionali. 

Brunetta ora fa marcia indietro, dichiarando di non voler "in alcun modo che dall’applicazione legittima di una giusta sentenza della Corte costituzionale derivino strumentalizzazioni in grado di danneggiare la credibilità dell’istituzione che presiedo".