CAGLIARI. Grazie a un’indagine effettuata dalla Bbc Africa eye è stato messo in luce chi starebbe dietro il giro di prostituzione infantile in Kenya.
Le donne o meglio “madams", come vengono definite, si occuperebbero di adescare i minori e inserirli nel traffico della prostituzione. Tra i coinvolti ci sarebbero anche bambini di tredici anni, e non solo.
Sarebbero diversi i camion che percorrono le strade trasportando merci e persone dall’Uganda, Ruanda, Sud Sudan e Repubblica democratica del Congo. La principale rete di trasporto a soli 50km da Nairobi è conosciuta per il giro di prostituzione ma anche per gli abusi sessuali lì accaduti a danno di bambini. Due investigatori sotto copertura, fingendosi coinvolti nell’ambito del lavoro sessuale hanno trascorso mesi riuscendo a infiltrarsi in questo traffico. Grazie a loro sono state individuate due donne che consce dell’illegalità delle loro azioni avrebbero comunque presentato delle minorenni nell’industria del sesso. Le prove raccolte dalla Bbc sono state consegnate alla polizia a marzo 2025. Da allora le donne non sarebbero più state rintracciate. In Kenya simili azioni non vengono dovutamente denunciate o condannate e spesso risulterebbero fondamentali le testimonianze dei bambini che però potrebbero fare resistenza per paura.
Il filmato mostra inoltre una donna, Nyambura che ridendo afferma: “Sono ancora bambini, quindi, è facile manipolarli se dai loro dei dolci […] Diventa molto rischioso quando hai a che fare con minori. Non puoi semplicemente portarli fuori apertamente in città. Li faccio sgattaiolare solo di notte con grande segretezza”. L’atto di prostituzione da parte di un adulto consenziente non è esplicitamente criminalizzato dalla legge in Kenya e soprattutto non è vietato a Maai Mahiu, nella contea di Nakuru. “La prostituzione è una raccolta di soldi a Maai Mahiu, i camionisti la alimentano, così ne traiamo beneficio.” Continua la donna.
Inoltre, non verrebbe nemmeno garantito l’uso dei preservativi durante gli atti sessuali, se non si usa il contraccettivo, infatti, si guadagna di più. Gli investigatori sono poi riusciti a entrare in una stanza dove si trovavano tre ragazze accovacciate su un divano e riuscendo a parlare con loro da soli hanno scoperto che ognuna di loro era costretta ogni giorno a subire ripetutamente abusi sessuali e fare cose “inimmaginabili”.
Per quanto riguarda le stime in merito alla prostituzione infantile, stando alla Bbc nel 2012 il rapporto nazionale del dipartimento di stato degli stati uniti sui diritti umani in Kenya ha fornito il numero di 30.000 individui. Un rapporto del 2022 invece per la Ong “Global fund to end modern slavery” ha rilevato che quasi 2.500 bambini sono stati costretti a prostituirsi nelle contee di Kilifi e Kwale. Non si conosce ancora il numero esatto dei bambini costretti a entrare nell’ambiente del lavoro sessuale a Maai Mahiu.
L’indagine della Bbc mette quindi in luce il problema relativo alla prostituzione infantile in Kenya, e come coloro che ne prendono parte e muovono i fili si mostrino senza scrupoli, garantendosi semplicemente un guadagno. Tra coloro che si sono battute per questi crimini una donna di 61 anni, che ha lavorato nell’industria del sesso per oltre 40 anni, trovandosi per strada poco più che ventenne. La donna nota come “Baby girl” ora fornisce rifugio alle ragazze sfuggite agli abusi sessuali in Maai Mahiu. I risultati portati avanti dalle prove fornite dalla Bbc non hanno ancora avuto riscontro da parte dal governo degli Stati Uniti. La speranza, quindi, che la situazione possa cambiare o quantomeno trovare spazio per essere vista e sentita rimane viva e di fondamentale importanza.