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Rifiuti radioattivi e deposito nucleare, stroncatura dal ministero: "Tutto da rifare"

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ROMA. Una lunga sequenza di "considerato" e "preso atto", formule tipiche dei documenti burocratici, in 70 pagina di premesse. Poi il verdetto: il piano nazionale per la gestione dei rifiuti radioattivi è da rifare. Tutto, o quasi. Si allontana molto, quindi - e non era certo imminente - la posa della prima pietra della pattumiera ultratecnologica nella quale l'Italia deve riversare tutti i rifiuti radioattivi delle centrali dismesse, quelli già trasferiti all'estero e quelli che verranno prodotto nei decenni a venire. Un piano da un miliardo di euro - che doveva essere gestito dalla Sogin -. stroncato dalla commissione per la valutazione ambientale strategica del ministero dell'Ambiente, che ha posto una lunghissima serie di prescrizioni. Dalla necessità di una maggiore garanzia per la salute umana, all'imposizione di una più seria valutazione dell'impatto ambientale, alla richiesta di maggiore dettaglio sui trasporti della pattumiera nucleare. Ma l'elenco è lungo. 

A scartabellare tra le carte pubblicate sul sito del ministero dell'Ambiente è stato l'ex presidente della Regione Mauro Pili: " È una bocciatura forte e chiara – sostiene Pili – perché rigetta il tentativo del governo di schivare la valutazione ambientale strategica sul sito del deposito. La commissione è esplicita e lo scrive a chiare lettere: l’individuazione del sito deve avvenire in modo esplicito e la valutazione strategica deve ricominciare da capo solo una volta che è stato individuato il sito. Si tratta di una decisione sacrosanta che avevo auspicato con la presentazione di centinaia di ricorsi tesi a contrastare questo tentativo maldestro del governo. Un governo che in queste ore con il ministro Calenda, ignaro forse del contenuto della decisione della commissione, preannunciava la divulgazione del piano dei siti. Un atteggiamento arrogante di chi vuole fare il gradasso dell’ultim’ora senza conoscere ne le procedure tantomeno i contenuti del deliberato della commissione suprema che tra le altre cose mette in discussione la stessa logica del deposito unico nazionale. Così come ho ribadito sin dal 2003 quando da presidente della regione Sardegna feci bocciare il piano del generale Jean il governo, anche secondo la commissione, deve prendere in considerazione l’ipotesi di non fare questo demenziale deposito unico ma semmai adeguare i siti già preposti e in funzione”