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"Notizie false e diffamatorie" nell'inchiesta sui fondi a Cinecittà: Benigni querela gli autori di "Report"

benigni

Puntata incandescente quella andata in onda ieri sera su Rai Tre per “Report”. Come se non bastasse la polemica scatenata dal servizio sul vaccino contro l’Hpv (con conseguente e immediata alzata di scudi da parte della Commissione di Vigilanza Rai), ad accendere i riflettori sul programma condotto da Sigfrido Ranucci si è aggiunta l’inchiesta sul salvataggio degli studi cinematografici di Roberto Benigni a Papigno (Terni). Secondo quanto riportato da Giorgio Mottola, autore dell’inchiesta, per la realizzazione degli studios umbri il comico toscano avrebbe accumulato un debito di 5 milioni di euro di cui si sarebbe successivamente fatta carico la “Cinecittà Studios”, società di Luigi Abete, Aurelio De Laurentis e Diego Della Valle che dal 1997 gestisce gli storici teatri di posa della Capitale. Il passaggio di proprietà non avrebbe tuttavia influito in alcun modo sul trend, a dispetto di investimenti pubblici stimati da “Report” in 16 milioni di euro. Oggi che, come confermato dal ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini, lo Stato si appresta a riacquistare Cinecittà con un investimento da 20 milioni, il debito contratto da Benigni finirebbe dunque per gravare sulle spalle dei contribuenti italiani. Sollecitato più volte a esprimersi sulla vicenda, il regista de “La vita è bella” ha replicato diffidando Rai Tre dalla messa in onda della puntata. Fallito il tentativo di dissuasione, d'accordo con la moglie Nicoletta Braschi ha dato incarico al suo legale Michele Gentiloni Silveri di querelare per diffamazione gli autori della trasmissione.