Sono andati avanti fino alle 3 di questa mattina ma alla fine hanno trovato un punto di incontro. Sindacati, Alitalia, con la mediazione del Governo, hanno raggiunto un preaccordo che prevede che gli esuberi complessivi scendano da 2.037 a 1.700. Di questi quelli a tempo determinato scendono da 1.338 a 980 mentre non verranno rinnovati quasi 600 contratti a tempo determinato e usciranno 140 lavoratori dalle sedi estere. Calano anche le retribuzioni del personale navigante che passa dal 30 all'8%. La compagnia aerea non può ancora dirsi totalmente salva e la cura sarà da lacrime e sangue ma questo è un primo passo per la salvezza.
Questo preaccordo si basa sulla situazione di pre-fallimento di Alitalia e sulla disponibilità degli azionisti di immettere nuova liquidità nelle casse della compagna per 2 miliardi circa.
Sul documento dovranno ora esprimersi i lavoratori con un referendum, che probabilmente si terrà già la prossima settimana. "Le parti hanno firmato un verbale di confronto che riporta la struttura di un possibile accordo migliorativo per il numero degli esuberi, per le esternalizzazioni, per i tagli alle retribuzioni" dice il ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda.
"In questi mesi ci siamo adoperati per evitare i rischi di default dell'Alitalia: abbiamo fatto il massimo sforzo possibile nel confronto ed ora la parola passa ai lavoratori", commenta soddisfatto il segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo. Più scettica è invece Susanna Camusso, segretario generale della Cgil, che ricorda "nulla toglie alle responsabilità delle precedenti gestione che hanno portato a questa situazione".