In Sardegna

Taglio pensioni, la UilP Sardegna verso lo sciopero: "Effetti negativi sui redditi di milioni di famiglie"

 

 

CAGLIARI. "Nel 2023 una pensione di circa 3000 euro mensili lordi perde oltre 1200 euro per il taglio della rivalutazione applicato con la manovra di bilancio dello scorso anno. A questa perdita si sommerà quella prodotta dall’ulteriore taglio della rivalutazione proposto per il 2024 dalla legge di Bilancio: questo avrà ripercussioni negative sui redditi di milioni di famiglie e sulla stessa economia del Paese". 

Lo denuncia, carte alla mano, la Uil Pensionati Sardegna, che si prepara alla grande mobilitazione programmata dalla Uil e dalla Cgil a partire dal prossimo 17 novembre.

L’iniziativa porterà a una serie di scioperi e manifestazioni in tutto il territorio nazionale, con lo scopo di contrastare un disegno di legge di bilancio che – denunciano le sigle confederali - non ferma il drammatico impoverimento di lavoratrici, lavoratori, pensionate, pensionati e non costruisce un futuro di sviluppo.

“L’Italia è ferma e le misure definite nel disegno di legge di bilancio ci preoccupano perché evidenziano la scelta politica del Governo di non mettere fine alle disuguaglianze – spiega il segretario generale della Uil Pensionati Sardegna Rinaldo Mereu -. I dati Istat confermano che la povertà assoluta in Italia è in continuo aumento ed è ormai strutturale (5,6 milioni di persone in povertà assoluta e 8,8 milioni in povertà relativa) e che salari e pensioni in un solo anno hanno perso oltre il 20% del loro potere d’acquisto”.

Secondo la UilP sarda è necessario restituire al Paese la capacità di dare risposte ai bisogni reali delle persone e alle loro difficoltà economiche a tutela dei minori, delle famiglie e delle persone più fragili. “Le misure del disegno di legge su welfare, salute, disabilità, pensioni, fisco, pari opportunità, sono sbagliate ed aumentano le disuguaglianze tra cittadine e cittadini e penalizzano i giovani – spiega Mereu, ricordando che la Uilp ha già chiesto il pronunciamento della Corte Costituzionale contro il sistema di indicizzazione delle pensioni previsto dalla manovra dello scorso anno.

La manovra per il 2024 – denuncia la Uilp Sardegna - conferma il meccanismo iniquo per fasce di importo complessivo e i tagli per le pensioni di importo complessivamente superiore a 4 volte il trattamento minimo INPS, cioè per le pensioni di importo complessivamente superiore a 2100 euro mensili lordi: un peggioramento che consiste in un maggiore taglio per i trattamenti pensionistici lordi complessivamente superiori a 10 volte il trattamento minimo Inps, cioè superiori a circa 5250 euro lordi. Per queste pensioni la rivalutazione scende al 22% invece che l’attuale 32%”.

“Vogliamo far sentire la nostra voce perché la situazione peggiora e molti pensionati non arrivano a fine mese: alcuni rinunciano addirittura a curarsi. La classe media è in difficoltà e la classe più povera muore di fame”, evidenzia Mereu.

La Uilp Sardegna valuta, inoltre, molto negativamente le misure relative alla flessibilità in uscita previste dalla manovra. Quota 103 - con le finestre di 7 mesi per i dipendenti privati e 9 mesi per i dipendenti pubblici - dalla maturazione del diritto, di fatto diventa Quota 103,50 e Quota 103,75. “È inaccettabile il ricalcolo contributivo di tutti i versamenti che taglia l’assegno pensionistico fino al 30%; è inaccettabile anche il tetto a 4 volte il trattamento minimo”.

Opzione donna – prosegue Mereu - non solo non viene ripristinata nella sua forma originale, come chiesto ripetutamente dalla UIL-UILP, ma viene peggiorata con l’innalzamento del requisito anagrafico a 61 anni. “La UILP e la UIL avevano chiesto l’eliminazione dei vincoli che condizionano l’accesso alla pensione calcolata interamente con il sistema contributivo che invece la manovra in generale rafforza. Ape Sociale viene prorogata per l’anno 2024 introducendo una modifica peggiorativa con l’innalzamento del requisito anagrafico da 63 anni a 63 anni e 5 mesi”.

La Uilp e la Uil continuano viceversa a chiedere una flessibilità in uscita (a 62 anni o con 41 anni di contributi a prescindere dall’età) e una maggiore tutela previdenziale per chi svolge mansioni gravose o usuranti e per le categorie più fragili (disoccupati, invalidi, caregiver…), perché non tutti i lavori sono uguali e non tutti devono andare in pensione alla stessa età.  Per i lavoratori giovani e per i percorsi lavorativi poveri e discontinui la Uilp-Uil chiede di definire la pensione contributiva di garanzia.

Anche per quanto riguarda le misure fiscali, il giudizio della UilP sarda è complessivamente negativo in quanto non si affronta la questione fondamentale dell’evasione e dell’elusione fiscale vero cancro del nostro Paese. “Basta nuovi condoni o condoni mascherati, basta cedimenti e ambiguità sul contrasto all’evasione, basta con il fisco ingiusto e sempre a vantaggio dei più ricchi e degli evasori – prosegue Mereu -. È necessario contrastare la disuguaglianza economica con misure che alzino le tasse sulle rendite, sulle grandi ricchezze e sugli extraprofitti da indirizzare prioritariamente all’abbassamento della pressione fiscale, al welfare e alla tutela della spesa sociale. La Uilp continua a chiedere una riduzione delle tasse ai pensionati, su cui grava una pressione fiscale tra le più alte al mondo. Chiede inoltre di aumentare le agevolazioni per consumi e servizi delle persone anziane, ad esempio per lavoro domestico e di cura retribuito, o per prodotti sanitari e parasanitari”.

Dure critiche arrivano al Governo anche sul fronte della Sanità. “Se non si cambia subito direzione il sistema pubblico rischia di saltare – evidenzia il segretario generale della UilP Sardegna -. Gli effetti dei tagli che si sono costantemente prodotti negli ultimi 20 anni non riusciranno a garantire il rilancio della sanità pubblica. Non è più rinviabile un piano straordinario di assunzioni e stabilizzazioni del personale precario, così come vanno garantiti il rafforzamento della sanità territoriale e dei servizi di prevenzione e ospedalieri e il superamento dei divari territoriali”.

Per questi motivi la UilpI, in preparazione dello sciopero, che in Sardegna si dovrebbe tenere il prossimo 27 novembre, ha indetto degli incontri in tutta l’isola, , invitando alle assemblee nei territori le pensionate e i pensionati, le lavoratrici e i lavoratori, i giovani e tutti i cittadini per motivarli alla partecipazione.