In Sardegna

Albergo nautico diffuso e aree sosta attrezzate: tre milioni di euro ai Comuni per riqualificare spazi

CAMPER-SARDEGNA-

CAGLIARI. Tre milioni di euro per il biennio 2022/2023 ai Comuni per la gestione delle aree comunali attrezzate di sosta a fini turistici. C'è il via libera della Commissione “Attività produttive” che ha espresso parere favorevole, per le parti di sua competenza, al Documento di economia e finanza relativo alla manovra di bilancio 2023/2025.

Via libera quindi, con l’astensione della minoranza, ai due provvedimenti che riguardano la gestione delle aree di sosta comunali attrezzate a fini turistici e anche la modifica alla legge sull'albergo diffuso.

La delibera della Giunta individua le modalità per la concessione dei contributi per le aree comunali attrezzate di sosta a fini turistici. Ogni ente pubblico potrà ricevere un finanziamento massimo di 15mila euro per la riqualificazione di aree esistenti e di 50mila euro per gli spazi di nuova realizzazione. Previste diverse premialità in caso di illuminazione dell’area, la presenza di colonnine di ricarica elettriche e di sistemi di automazione per l’ingresso dei mezzi, di spazi attrezzati per disabili e per gli animali. Il direttore generale dell’assessorato al Turismo, Angela Maria Porcu, ha chiarito che nei prossimi giorni sarà pubblicato il bando a sportello.

Il secondo riguarda invece le modifiche alla legge n.16 del /2017 che, alla luce della nuova normativa nazionale, introduce una nuova tipologia di struttura ricettiva nel mercato turistico: l’albergo nautico diffuso. Le imbarcazioni utilizzate per questo tipo di accoglienza avranno una doppia destinazione d’uso: potranno essere impiegate per brevi navigazioni (nelle sole ore diurne e entro 3 miglia dalla costa) e per il pernottamento. Nei porti dove è presente un albergo nautico diffuso dovranno esserci almeno sette imbarcazioni destinate a questo scopo e 50 posti letto disponibili. Ogni barca dovrà garantire almeno 4 pernottamenti. I natanti dovranno presentare la dichiarazione di inizio attività.

Turismo escursionistico   

Nella seduta mattutina, il parlamentino presieduto da Piero Maieli, ha inoltre sentito i rappresentanti dell’Agenzia Forestas e del Cai sulle proposte elaborate dal tavolo tecnico regionale in relazione alle definizioni di “rifugio escursionistico” e “bivacco turistico” da introdurre nella legge di settore: «In Sardegna esiste una rete escursionistica che conta circa 2000 km di sentieri che presto si estenderà a circa 3000 km – ha detto Alessio Saba dell’Agenzia Forestas – il tavolo tecnico regionale ha elaborato alcune proposte di modifica della legge n.16 del 2017 al fine della valorizzazione turistico-ricreativa delle aree naturali dell’Isola». In particolare, il tavolo tecnico ha chiarito i concetti di bivacco turistico “fisso”, riferito a strutture mobili come i pinnetos o barracos, e “mobile”, inteso come area di sosta temporanea per escursionisti dove si potrà dormire col sacco a pelo. Escluso invece l’uso della tenda. Definito anche il concetto di “rifugio escursionistico” che comprende gli immobili di proprietà dell’Agenzia Forestas (ex casermette complete di arredi e strumenti che consentono il pernottamento) situate fuori dai centri abitati: «E’ un patrimonio importante che potrebbe essere sfruttato a fini turistici – ha detto Saba – al momento però questi beni sono inutilizzabili perché manca uno specifico inquadramento normativo». I beni censiti da Forestas riguardano, in particolare, 12 strutture che negli anni scorsi sono state ristrutturate e dotate di tutti i comfort. Da chiarire come dovranno essere gestite in futuro, visto che l’Agenzia Forestas non potrà farlo direttamente. Il consigliere dei Progressisti Gianfranco Satta ha sottolineato l’esigenza di individuare un soggetto a cui affidare il patrimonio immobiliare mentre il consigliere del Pd Salvatore Corrias ha chiarito che la gestione di tutto ciò che non appartiene a Forestas dovrà essere governato dai comuni: «Spetterà poi alla Giunta codificarne l’uso su base comunale – ha detto Corrias – non tutti i comuni hanno però un regolamento d’uso a fini turistici del territorio. Su questo aspetto occorrerà pensare a una norma specifica»