In Sardegna

Barriere di sabbia artificiale contro la pesca illegale in Sardegna: la proposta delle polemiche

sabbia-cava-contro-pesca

 

 

CAGLIARI. Installare delle barriere di sabbia artificiale nel mare della Sardegna per impedire la pesca illegale a strascico. È quanto prevede la nuova proposta di legge del Psd’Az presentata alla Commissione Ambiente. La proposta ha scatenato diverse polemiche, in particolare da parte del gruppo dei Progressisti: “Dal centrodestra una proposta di legge irricevibile, bocciata già durante le audizioni in commissione”, scrivono.

La proposta 

La commissione Ambiente, presieduta da Giuseppe Talanas (Forza Italia) ha proseguito con un articolato ciclo di audizioni l’attività istruttoria collegata alla Proposta di legge n.38 (Mula e più) – “Protezione e valorizzazione della fascia costiera della Sardegna tramite il posizionamento di ostacoli dissuasivi artificiali”.

La nuova legge, in sostanza, prevede l’installazione nei fondali di barriere fisiche per impedire la pesca illegale a strascico, favorendo nello stesso tempo il ripopolamento delle specie ittiche e promuovendo attività di studio e ricerca scientifica. Sul contrasto alla pesca illegale, le audizioni hanno fatto registrare un consenso molto ampio mentre, sulle modalità di intervento, sono emerse posizioni diversificate.

Gli assessori dell’Agricoltura Gabriella Murgia e dell’Ambiente Gianni Lampis, in particolare, hanno proposto l’adozione di apposite linee-guida della Regione su progettazione e messa in opera delle strutture, per evitare che le stesse possano interferire con le dinamiche naturali dei siti selezionati.

L’Ispra, che si occupa dal 2017 del monitoraggio ambientale dei dissuasori installati a protezione dell’elettrodotto Sapei nel golfo dell’Asinara, ha suggerito in una nota consegnata alla commissione, un approccio multidisciplinare al problema ed un insieme di azioni di controllo sulle imbarcazioni da pesca e formazione degli operatori. In modo ancora più netto, gli esperti del Dipartimento di scienze chimiche e geologiche dell’Università di Cagliari, hanno sottolineato i rischi di alterazione dell’ambiente marino (dal moto ondoso alle correnti) escludendo allo stato attuale delle conoscenze che l’intervento contenuto nella legge possa produrre un beneficio per le spiagge della Sardegna. 

Dal Cnr di Oristano è arrivata poi la raccomandazione ad effettuare studi preliminari molto accurati, anche tenendo conto di analoghe iniziative avviate a livello nazionale che in molti casi non hanno prodotto i risultati attesi, ed il Gruppo di intervento giuridico ha ricordato che ogni attività in questo campo va preceduta dalle valutazioni di Impatto ed Incidenza ambientale.

Legambiente ha espresso la sua preferenza per interventi limitati con materiali compatibili (come il cemento armato) per mantenere inalterato l’equilibrio dell’ambiente marino e le associazioni più rappresentative della marinerie sarde, con accenti diversi, si sono dette a favore, più che alle barriere artificiali, ad una politica di rigorosi controlli sul prelievo della risorsa ittica.

Per quanto riguarda il confronto fra i componenti della commissione il consigliere dei Progressisti Antonio Piu ha affermato che dalle audizioni emerge la necessità di rivedere alcuni aspetti della legge ed approfondire le analisi scientifiche; Maria Laura Orrù (dello stesso gruppo) ha messo l’accento sul fatto che ogni intervento sul “paesaggio” marino deve essere preceduto ed accompagnato dalla massima cautela, e Roberto Li Gioi (M5S) ha sostenuto che il dovere principale della Regione è quello di difendere e valorizzare l’ambiente marino. Il capogruppo del Psd’Az Franco Mula, primo firmatario della legge, ha prima assicurato che sarà la Giunta a definire con specifiche linee guida le modalità operative dell’intervento, ricordando poi che iniziative analoghe sono state progettate e realizzate in molti Paesi del mondo, alcune in Europa finanziate da risorse comunitarie, ed altre ancora in Regioni del nord, del centro e nel sud dell’Italia.

La reazione dei Progressisti

"Un'altra norma in materia ambientale portata avanti in solitudine dalla maggioranza di centrodestra, una nuova severa bocciatura già durante la fase delle audizioni in commissione Urbanistica", scrivono i Progressisti su una nota. "La proposta di legge sul posizionamento in mare di residui di cava", spiegano Maria Laura Orrù e Antonio Piu (Progressisti), "è anacronistica, non supportata da studi scientifici recenti e, dal nostro punto di vista, totalmente contraria a qualunque visione di tutela dell'ambiente e del sistema marino. Ne chiediamo il ritiro immediato e il massimo coinvolgimento di tutte le istituzioni, gli enti e le associazioni per una nuova eventuale formulazione in cui siano considerate le differenze delle nostre coste per capire come intervenire, se possibile, laddove necessario". 

Coinvolgimento che evidentemente non c'è stato: "Le audizioni in commissione ne sono state la conferma, la bocciatura è evidente. I proponenti", ricordano i due consiglieri Progressisti, "parlano di barriere indispensabile contro la pesca a strascico illegale, senza mai fare un accenno a quali azioni siano state messe in atto per impedire la pratica e scontentando i pescatori. Parlano dell'istituzione di borse di studio, mentre la stessa Università ha confermato la necessità di studi altamente specializzati. Anche dal punto di vista normativo gli ostacoli sono molteplici. Il rischio, ancora una volta, è di perdere tempo nella discussione di una norma che va incontro all'ennesimo stop da parte del governo nazionale. Se la maggioranza deciderà di andare avanti, sappia che le avvisaglie per questo epilogo sono già nero su bianco, nei verbali di una commissione che ha visto di nuovo protagonisti i dissapori tra gli stessi partiti della maggioranza. Da parte nostra, non possiamo che sottolineare che di nuovo, prima della tutela dell'ambiente e del bene comune, il centrodestra pensa a soddisfare interessi particolari".