In Sardegna

I lavoratori dell'Eni in piazza: "No alla fuga da Macchiareddu"

 

 

 

 

CAGLIARI. L’Eni è pronta ad abbandonare il sito di Macchiareddu. A rischio ci sono circa 400 posti di lavoro, compresi quelli indiretti.  Sindacati e lavoratori non ci stanno. Non vogliono sentire parlare di ridimensionamenti e cessione degli asset strategici.ì Per questo hanno organizzato un incontro di protesta oggi pomeriggio di fronte alle saline Conti Vecchi. Si sono riuniti a centinaia per manifestare il loro dissenso.

“Dobbiamo studiare delle mobilitazioni”, dice Luigi Geraldo della Rsu Eni Rewind Cisl. Secondo i sindacati sarebbero già stati presi degli accordi riguardo l’ultima cessione del’impianto cloro soda di Assemini. “Eni ha deciso di vendere anche l’ultima parte dell’impianto che è la produzione cloro”, continua Geraldo. 

“Oltre alla perdita dei posti di lavoro, il problema è l’abbandono del business”, afferma Marco Nappi segretario regionale Femca Cisl.  Qualche giorno fa i sindacati Filctem Femca Uiltec e la Rsu hanno incontrato i dirigenti dell'Eni per discutere delle problematiche del sito di Assemini-Macchiareddu. I dirigenti dell’Ente Nazionale Idrocarburi abbiano messo in chiaro che gli unici investimenti certi riguarderanno le bonifiche dei suoli e della falda e l'installazione di alcuni campi fotovoltaici.

Nel frattempo i sindacati sollecitano la Giunta regionale “ad attivare in maniera urgente un'interlocuzione con i rappresentanti del Governo nazionale e i vertici di Eni per implementare le produzioni”, così si legge sul sito Cisl Sardegna. “Bisogna attivare percorsi che possano prevedere l'utilizzo di risorse finanziarie derivanti dal Green Deal e dal Recovery Fund che inseriscano la Sardegna nei piani di de-carbonizzazione e produzione dei nuovi combustibili come l'Idrogeno Green e i Gas di sintesi”.