In Sardegna

San Sperate, 13 nuovi contagi: "Potrebbero salire ancora"

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SAN SPERATE. Tredici nuovi contagi a San Sperate, che porta il numero degli attuali positivi in paese a 25, di cui tre ricoverati in ospedale. Più tre guariti dal post lockdown (altre 8 persone sono guarite prima del lockdown). Lo comunica il sindaco Enrico Collu, che rileva come si tratti di "un dato significativo e importante che va però inquadrato anche nell’elevato numero di tamponi che in questi giorni si stanno effettuando, tamponi collegati e conseguenziali a situazioni ben definite che hanno a loro volta evidenziato la presenza del virus e dalle quali probabilmente è partita la catena di contagi nel nostro paese".

I controlli, spiega, "stanno rivelando quello che già sappiamo. È sufficiente una persona positiva in un’ambiente in cui ci siano le condizioni ideali per la propagazione del virus, insieme a un po’ di disattenzione da parte nostra, per avere un elevato numero di contagi. Per questo motivo è preferibile evitare in maniera assoluta ogni contatto personale, strette di mano, abbracci o baci, utilizzare sempre le mascherine a protezione, lavarsi continuamente le mani e evitare di creare affollamenti eccessivi e al chiuso".

Il sindaco precisa che "il numero di tamponi negativi risultanti dai controlli effettuati in questi giorni supera di gran lunga il numero dei tamponi positivi; la maggior parte dei contagi è sempre riconducibile alla catena creata dai casi già noti". Attualmente "siamo in attesa del risultato di diversi esiti di tamponi effettuati a persone legate ai casi già presenti, e che non sono ancora pervenuti, che potrebbero far lievitare ulteriormente il numero dei positivi nei prossimi giorni".

Non sono previste ulteriori misure in paese, in quanto "il prossimo imminente DPCM introdurrà ulteriori misure restrittive che, se confermate, per il momento ritengo sufficienti come misure di contrasto". Ma si chiede a tutti "di fare un ulteriore sforzo per attuare tutte le misure di protezione possibili: limitare la presenza dei clienti o dei soci nei locali, in particolar modo nei circoli privati o nelle associazioni, di modo da contenere al massimo la possibilità di creare delle catene di contagio".

"Ripeto per l’ennesima volta, il virus pare meno aggressivo rispetto ai mesi precedenti (ma è bene non fidarsi troppo) e la maggioranza delle persone avverte sintomi lievi (non sente i sapori, leggera tosse, stati febbrili) oppure addirittura non ha nessun sintomo e di conseguenza pare poter superare, come è già accaduto ai primi tre casi guariti, la convivenza con il Covid-19 senza troppi problemi. Discorso diverso per le persone anziane e per le persone di ogni età ma rese vulnerabili dalla presenza di altre patologie. Patologie che gli permettono comunque di svolgere una vita normale, possibilità che, a causa del contagio di questo infido nemico, potrebbe essere irrimediabilmente compromessa. Pensiamo soprattutto a loro, non siamo egoisti".