Non si tratta né di una lista né di un nuovo partito, ma di un sodalizio che vuole mettere insieme le esperienze migliori dell'isola per un progetto che sfugga all'inutile ping pong di un bipolarismo che crea l'illusione di un'alternanza fittizia senza una vera discontinuità. Per fare questo l'associazione, che si vuole radicare in tutto il territorio regionale, propone l'adesione a chiunque voglia dare il suo contributo.
I primi passi saranno all'insegna dell'ascolto e della condivisione dal basso: si formeranno 7 laboratori diffusi che avranno il compito di delineare proposte operative per un dibattito politico da rianimare. Obiettivo: mettere insieme tutti quei partiti, associazioni, singoli che intendano creare un'alternativa politica per le elezioni regionali del 2019 fuori dai due poli italiani. L'area individuata è quella dell'astensionismo diffuso, delle formazioni civiche e regionali, dei partiti dell'autodeterminazione dal Psd'az agli indipendentisti.
Con un progetto gradualista, moderato, riformista, pragmatico e attento ai bisogni del cittadino comune, del ceto medio, di una nuova attenzione alle fasce più deboli della popolazione, senza cedere a velleitarismi politici. I laboratori individuati sono Turismo, Trasporti interni e continuità, agroindustria, Ambiente, Cultura-istruzione-lingua, Zootecnia e ricerca, Spopolamento e federalismo interno, Zona Franca e fiscalità di vantaggio.
A presentare il progetto in una conferenza stampa convocata per giovedì alle 10.30 presso la saletta del locale Le plus Bon a Cagliari, in via Giolitti (lato comune via Sonnino), il presidente Alberto Filippini, avvocato cagliaritano, e Antonio Cardin, dirigente sassarese e vice-presidente. L'associazione Sardos aveva gia presentato, in anteprima, una proposta di legge regionale per l'insegnamento della storia sarda a scuola sarda in un affollato convegno il mese scorso a Laconi.