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Soru (Pd): "Il Comune sbaglia il bando: stipendi ridotti per le educatrici degli asili"

Imago-econo

CAGLIARI.  Il Comune sbaglia i conti sugli asili. E a farne le spese, letteralmente, sono le dipendenti che hanno sempre garantito il funzionamento delle strutture che accolgono i bambini di via Watt, via Schiavazzi e via Crespellani: quattro (su dieci, più una che aveva il contratto a  tempo determinato) tra educatrici e ausiliarie, sempre che possano continuare a lavorare, dopo anni, rischiano un pesante taglio di stipendio e il mancato riconoscimento dell’anzianità di carriera, per un errore nella redazione di un bando di affidamento del servizio. Al momento no sembrano esserci vie d’uscita: nella peggiore delle ipotesi le attività potrebbero restare monche.

Il caso è stato sollevato in consiglio comunale da Camilla Soru (Pd) che ha presentato un’articolata interrogazione su questo caso di malaburocrazia che rischia di pesare sulle vite delle lavoratrici. Il Comune gestisce direttamente tre asili: la Filastrocca, Baia dei Delfini e Il Girasole. L’assessorato alla pubblica istruzione ha deciso di esternalizzare la gestione per ridurre i costi. Così ha stilato il bando per l’affidamento a una cooperativa che si sarebbe dovuta impegnare a reclutare il personale già operativo per non lasciare a terra nessuno. O, almeno, questo era l’intento. 

L’inghippo è emerso dopo l’aggiudicazione, andata alla coop romana Esperia. Su undici dipendenti della precedente coop assegnataria, ha garantito lo stesso trattamento solo a 7. Per le altre quattro ecco trattamenti base. Con anni di servizio alle spalle che vanno a farsi benedire. Problema: la coop ha rispettato il bando. Perché, è emerso, la clausola sociale nelle carte preparate dal Comune contava solo 7 lavoratrici. E solo queste risultano avere diritto allo stesso stipendio. Per le altre, libero mercato:  trattamento minimo, prendere o lasciare. 

“Ma loro non vogliono prendere, a queste condizioni che reputano vessatorie visto il lavoro prestato finora”, spiega Camilla Soru, “ma nemmeno lasciare, e restare a casa senza stipendio. È evidente che nella preparazione del bando”, continua l’esponente Pd, “sia stato commesso un errore da parte degli uffici. Errore che non può essere pagato dalle lavoratrici, educatrici e ausiliarie”. Per questo “chiedo all’assessore  Rita Dedola se il Comune ha intenzione di integrare le somme erogate alla coop, per garantire assunzioni con stipendi adeguati o se, in alternativa”, conclude la Soru, “non pensi che sia opportuno ritirare il bando in autotutela”.

Con lo spettro dei ricorsi, in entrambi i casi, che si ripercuoterebbero sui servizi offerti a famiglie e bambini.