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Scuole a settembre? La sindaca di Fonni: "Solo tre mesi per adeguarci: preoccupata"

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FONNI. "Io lo devo ammettere: sono sinceramente preoccupata. Ma molto eh". Comincia così la lunga riflessione del sindaco di Fonni, Daniela Falconi, che ha analizzato il futuro delle scuole, così come è stato presentato finora dalle autorità competenti. 

"Sto leggendo varie dichiarazioni su quelle che saranno le nuove linee guida che da settembre dovremo seguire per il rientro a scuola", ha spiegato, "e l'unica cosa che mi auguro è che ci vengano messi a disposizione i protocolli e non i comunicati stampa entro pochi giorni. Sapete perché? Sembrerà "strano" ma saranno i comuni ad avere il compito di adeguare tutte le strutture alla nuova scuola che pare partirà perfetta a Settembre. Saranno i comuni a dover trovare le risorse (in poco altro confido) e a dover eseguire tutto. Per fare le cose fatte bene serve tempo, anche nella pubblica amministrazione dove i tempi sono dilatati. Tanto poi al contrario a trovare un responsabile si è tutti velocissimi".

Ma cosa serve, nello specifico, per permettere ai comuni di organizzarsi? "Ci sono", spiega la prima cittadina, "da programmare lavori di adeguamento strutture (molte delle quali vincolate), capire se gli spazi che abbiamo sono sufficienti o ne dobbiamo trovare di nuovi, fare eventuali acquisti di nuove attrezzature, decidere come organizzare le mense, il trasporto scolastico, le pulizie anche in virtù degli appalti e dei contratti in corso e cosa più importante ci si deve confrontare con le dirigenze, con gli insegnanti e i genitori che saranno i veri protagonisti della ripartenza".

"Per i quattro mesi di emergenza", riflete Fonni, "la didattica a distanza poteva anche essere passabile così (chiedete alle mamme, ai babbi e agli insegnanti cosa hanno passato in questi mesi) ma se poi si deve continuare ci servono tecnologie, connessioni, strumenti, formazione formazione formazione, tutte cose che che adesso non abbiamo o sono totalmente insufficienti. Abbiamo a che fare con la crescita e la conoscenza dei nostri bambini: il materiale più delicato e fragile di uno Stato".

Tra le proposte, fin'ora trapelate dal governo, si è discusso della possibilità di lezioni all'aria aperta. "A sentire la Ministra, gli spazi aperti, saranno i nuovi veri protagonisti della scuola in tempi di covid: qui ne abbiamo di sconfinati e meravigliosi, purché ci si ricordi che fare lezione all'aperto in un paese di montagna dove si accende il riscaldamento dal 15 ottobre al primo maggio è complicato", e afferma, "Noi siamo pronti ad adeguare e ad adeguarci per i nostri 400 bambini da 0 a 12 anni. Abbiamo a malapena tre mesi per farlo. Speriamo che questi mesi, vacanze (di tutti ma non le nostre che non esistono) comprese, non si dissolvano".

Poi un'ultima analisi: "Capitolo a parte per le centinaia di ragazzi pendolari che frequentano le scuole superiori: ogni anno protestiamo perché i nostri ragazzi sono costretti a viaggiare in piedi e chiediamo vengano aggiunti dei pullman. Non aggiungo altro, spero qualcuno ci stia almeno pensando".