Culture

"Efisio Raccis. Un martire sardo nella tragedia dell’olocausto”: l'opera di Oppus e Cappelli

 

CAGLIARI. “Le morti di 80 anni fa dovrebbero insegnare tanto ai moderni, evidentemente tutto ciò che è successo nel secolo scorso non è servito a nulla e l’Ucraina ci fa capire che la guerra non è uno strumento utile a far crescere l’umanità”.

Così Umberto Oppus, sindaco di Mandas e autore, insieme a Marco Cappelli, del libro “Efisio Raccis. Un martire sardo nella tragedia dell’olocausto”.

La storia di Raccis è stata ripercorsa oggi tra le mura del carcere di Buoncammino dove era presente anche il provveditore dell’amministrazione penitenziaria in Sardegna, Maurizio Veneziano, che ha curato la prefazione del libro, e Marco Cappelli, nipote di Raccis, sua mamma, deceduta durante la pandemia, era la figlia di Efisio Raccis. L’agente di custodia di Mandas è morto nel campo di concentramento di Mauthausen il 23 marzo del 1945. “Ho iniziato a raccogliere i documenti qualche anno fa”, racconta Marco Cappelli, “li conservava mia mamma, poi ho subito una battuta d’arresto nel 2020, quando mia madre è deceduta e anche io sono stato colpito dal covid. Ho ripreso qualche mese fa, ma non mi aspettavo di certo la telefonata del sindaco di Mandas il 3 febbraio scorso”. Da quella data a oggi Oppus e Cappelli hanno lavorato insieme per raccogliere tutti i documenti e ricostruire la storia di Efisio Raccis riportandola nero su bianco nel libro presentato oggi. “Domani, sabato 26 marzo, a Mandas si terrà una cerimonia per assegnare la cittadinanza onoraria al provveditore regionale dell’Amministrazione penitenziaria della Sardegna, Maurizio Veneziano”, dice Oppus, “alle 10 partirà un corteo verso piazza IV novembre per la deposizione della corona d’alloro al monumento ai Caduti in ricordo di Raccis, e dedicheremo una via, quella dove è nato Raccis, l’attuale via Ada Negri, al nostro compaesano. La giornata terminerà in Consiglio comunale”.