Culture

"Assandira" di Salvatore Mereu da Venezia al cinema: "Il libro di Angioni è stato profetico"

 

 

CAGLIARI. L'acqua e il fuoco, natura e progresso, radici e modernità: simboli contrastanti in "Assandira", il nuovo film di Salvatore Mereu uscito nelle sale il 9 settembre. Di ritorno dalla 77ma edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia, il regista questi giorni è a Cagliari per la presentazione del lungometraggio al pubblico insieme al cast. "È stata un'esperienza molto emozionante", ha commentato Salvatore Mereu in riferimento ai giorni passati alla Mostra del Cinema di Venezia, "perché si mostra il film a un pubblico di specialisti, talvolta anche molto severo, per cui si va sempre trepidanti anche quando si è stati altre volte e ogni volta sembra sempre la prima. Sono contento della sua accoglienza al Festival, oggi comincia il suo cammino in sala e speriamo che prosegua soprattutto presso il pubblico, questa è la cosa più importante".

"Assandira" è una produzione di Viacolvento e Rai Cinema e distribuito in Italia da Lucky Red e all’estero da Match Factory. Liberamente tratto dall’omonimo romanzo di Giulio Angioni, con l'interpretazione di Gavino Ledda (autore del romanzo "Padre Padrone" da cui Paolo e Vittorio Taviani hanno tratto il film omonimo nel 1977), Anna König, Marco Zucca, Corrado Giannetti e Samuele Mei, il film porta in scena una profonda riflessione sul concetto di identità culturale e al contempo un’analisi affilata dei sentimenti più segreti e inconfessabili della natura umana. "Giulio Angioni ha avuto grandi maestri e nella sua esperienza come docente lui stesso è diventato maestro", ha commentato Mereu. "E tutta quella grande attenzione per lo sviluppo ad esempio del mondo rurale che c'è nei suoi studi lo ha in un certo senso calato in un romanzo attraverso la forma dell'affabulazione. La difficoltà è stata cercare di fare in modo che il film non diventasse prigioniero di questa dimensione antropologica e sociologica perché il libro aveva all'interno una trama formidabile che andava messa in gioco e sfruttata al meglio".

Uscito nelle sale questi giorni, "Assandira" è un film che si pone la questione dell'equilibrio tra i contrasti, in particolare lo ricerca toccando un tema come quello del turismo. Un argomento che proprio queste settimane è stato posto in primo piano dalla cronaca: "Io credo che il libro di Angioni prima e il film dopo siano stati profetici", ha aggiunto il regista, "Angioni aveva già raccontato in un certo senso questa deriva dell'industria dell'ospitalità. La guardava con preoccupazione quando dava i segni di voler prevaricare su tutto quello che di straordinario si era conservato. E devo dire che il libro, che è stato scritto vent'anni fa quasi è stato profetico. Questo uso smodato dell'autorappresentazione che nel film si vede attraverso le polaroid è un chiaro segno di come abbia potuto percorrere e anticipare i tempi, fino al parossismo di questo episodio di cronaca di colore locale che ci ha visto coinvolti sulle pagine nazionali e di cui il film in un certo senso è come una testimonianza anticipata su come a volte l'industria turistica possa in nome di un bieco profitto degenerare e portare anche degli sconvolgimenti non previsti".