Culture

"S'Acua brutta", lo spettacolo scritto dai detenuti del carcere di Uta

Carcere-di-Uta

UTA. Acqua limacciosa e fangosa, acqua di palude, s’acua brutta in sardo, muddy water in inglese. È su questo tema che si presenta l’ultimo lavoro del gruppo di detenuti del carcere Ettore Scalas di Cagliari-Uta che dall’inizio dell’anno segue il corso di scrittura creativa “Narrazioni scatenate”. Organizzato all’interno della programmazione 2019 di “Culture dai margini” e coordinato da Maddalena Brunetti e Carlo Birocchi con Margherita Riva per l’associazione Tusitala, l’esito finale del terzo laboratorio verrà portato in scena - venerdì 15 novembre ore 10 - da una decina di attori-scrittori detenuti nell’Istituto cagliaritano con il supporto scenico di Simone Murru, Domenico Cocco e Irene Birocchi.

Con la struttura di un radiodramma il testo “S’acua brutta – muddy water blues” rincorre il tempo a ritroso: un detenuto del tempo presente esce attraverso i muri del carcere appellandosi alla forza dell’immaginazione, del cuore e degli affetti - come ne “Il vagabondo delle stelle” di Jack London - per ritrovarsi in un tempo passato quando al posto della struttura detentiva c’era solo una palude. Zona di nidi, rifugio per animali nonostante i già presenti fumi e scarichi industriali. Luogo che prima ancora era il passaggio di fantasmi di banditi dell’Ottocento in fuga, di contrabbandieri e cacciatori di frodo, di pirati sardi e di quelli venuti da lontano. Tra riflessioni personali, giochi di parole e l’alternarsi di toni drammatici e ironici, il testo gioca con citazioni letterarie, filosofiche e cinematografiche sui concetti di Muro e di Giustizia. Si va da Italo Calvino e al bellissimo “Dentro” di Sandro Bonvissuto, ma si possono riconoscere brani de “Le ali della libertà”  film del 1994 scritto e diretto da Frank Darabont , di Arthur Shopenhauer per arrivare ovviamente al blues di Paul Rodgers  (Muddy water blues) e al grande bluesman Muddy Waters.  

Il lavoro conclude il ciclo di attività di “Narrazioni scatenate 2019” che ha visto il gruppo di detenuti cimentarsi da febbraio a giugno con la riscrittura e la messa in scena de “La fattoria dei malfattori” di Arto Paasilinna, riambientato in Sardegna e il lavoro estivo dedicato alla lettura e interpretazione del quadro “Giochi di bambini” del pittore olandese Pieter Bruegel (1560) che ha visto contemporaneamente coinvolti bambini e ragazzi - alla Mem - Mediateca del Mediterraneo e alla ludoteca la “Bottega dei sogni” - in cinque laboratori di scrittura con il supporto di studentesse del liceo artistico cagliaritano producendo uno scambio di testi, racconti e filastrocche e che verrà presentato in varie sedi nella primavera del 2020.

Dopo una breve pausa l’attività riprenderà a metà dicembre per impostare il programma del nuovo anno di “Narrazioni scatenate”.