Culture

"Mammai manna" dei Medas porta la cultura sarda in Tunisia, Libano e Russia

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MONSERRATO. Con la pièce “Mammai Manna”, Gianluca Medas e i Figli d’Arte Medas portano la cultura sarda fuori dai confini europei. Il nuovo spettacolo di danza e cinema scritto e diretto dall’attore, regista e autore Gianluca Medas salirà sui palcoscenici di Tunisi, Beirut e Mosca. La prima tappa sarà la capitale della Tunisia, dove “Mammai manna” verrà messo in scena venerdì 1 febbraio al teatro dell’università di Tunisi. Prima di sbarcare all’estero, lo spettacolo verrà proposto anche martedì 29 gennaio per le scuole e mercoledì 30 per gli adulti al Teatro Moderno di Monserrato.

 
“Gurdones de Sonazos”, questo il nome dell’intero progetto, intende esportare la cultura sarda attraverso uno spettacolo in Tunisia, Libano e Russia. Il progetto si avvale degli aiuti economici del bando regionale dell’assessorato alla Pubblica Istruzione IdentityLab, finalizzato a fornire sostegno finanziario alle micro, piccole e medie imprese operanti nel settore culturale e creativo per promuovere il loro inserimento nei mercati internazionali interessati alla lingua e alla cultura della Sardegna. Un’internazionalizzazione che è resa possibile anche da uno spettacolo suggestivo ed evocativo, che non ha bisogno di dialoghi per tradursi in emozione e bellezza.
 
“Mammai Manna” è tratto dall'omonimo romanzo di Gianluca Medas, l’ultimo (Cuec editore, 247 pagine) dell’infaticabile artista cagliaritano. Utilizzando vari elementi della cultura sarda -dai tenore alle janas, dal mondo contadino a quello agricolo- la pièce teatrale di 45 minuti si affida al sogno per narrare la storia della Sardegna, ma anche la nascita del mondo. Con una serie di simbolismi, lo spettacolo sviluppa la sua trama tra danze, musiche e video. Un ibrido tra cinema e teatro, che con una serie di simbolismi fa incontrare e scontrare uomo e donna, come due dimensioni diverse, metafisiche. É un tentativo di uscire dall’idea dominante del matriarcato sardo, che snatura la figura della donna.
 
Diretti da Gianluca Medas, e con l’aiuto alla regia di Noemi Medas, i protagonisti sul palco sono quattro. I ballerini Cristina Locci -che è anche coreografa-, Andrea Di Matteo, Fjoraldi Docci e Rosanna Luisetti danzano sullo sfondo di un video in bianco e nero, che accompagna la narrazione simbolica, e di veli bianchi che rappresentano la luce, parte fondamentale di questo sogno creatore. Oltre che da un grappolo di campanacci, la sceneggiatura è arricchita dalle opere di due artiste sarde. Rosanna Ferrau, artista di Villacidro, ha creato una luna circondata da una serie di cerchi. La struttura è composta da dei led rivestiti di plastica, mentre la luna è rivestita da fili di lana. Veronica Usala, di Villacidro, ha creato, invece, un arazzo fatto di lana e nastro magnetico. I costumi di scena dei danzatori-interpreti sono ideati da Emilio Ortu Lieto e realizzati dalle sarte Cinzia Moro e Ilenia Sara Perra. Le musiche, intense e quasi parlanti, sono di Francesco Medas. Le luci sono curate da Andrea Piras. Il video che scorre sul palco è di Maurizio Abis.
 
Il 2 febbraio, il giorno dopo lo spettacolo, si terrà “La danza delle mani”, conversazioni e immagini sulla Sardegna con gli studenti della facoltà di Belle Arti dell’università di Tunisi, dove Gianluca Medas spiegherà la figura dei Mamuthones, mentre le due artiste -Rosanna Ferrau e Veronica Usala- racconteranno la loro esperienza creativa. La Sardegna verrà presentata sotto varie sfaccettature, la più antica e la più moderna, per dimostrare come in quest’isola di simboli, coesistono in uno stesso immaginario memoria, tradizione e innovazione.
 
"Si tratta di uno spettacolo simbolico, lasciamo che ognuno tragga la propria personale emozione. É finalizzato a una narrazione altra della Sardegna, in senso femminile, ma non ideologico-, spiega Gianluca Medas, -Le storie attivano i canali del marketing territoriale. Con “Mammai Manna” cerco di aprire all’idea di una Sardegna diversa, anche per suggerire un nuovo tipo di turismo, non legato solo al mare, ma a tutto ciò che rende unica questa terra".