CAGLIARI. Tre lunghi suoni di sirena. Come si sentono solo al passaggio di Sant'Efisio davanti al municipio, il primo maggio, o quando il porto è avvolto dalla nebbia. Ma ieri l'aria era tersa. Ed erano da poco passate le 19,30 del 12 settembre: data dell'ultimo viaggio della Tirrenia tra Cagliari e Civitavecchia.
La Moby Dada, compagnia di Onorato, ha lasciato il molo Sabaudo per l'ultima volta. Dopo 70 anni non esiste più il collegamento tra il capoluogo e lo scalo laziale. La continuità territoriale marittima tra il sud della Sardegna e la Penisola non esiste più. I nemmeno 17 milioni di euro messi a disposizione dallo Stato per coprire la rotta, contro i 24 di un tempo, non hanno fatto gola a nessun armatore: aggiunti ai biglietti, non avrebbero garantito la copertura delle spese. Così sono andati deserti il bando e le trattative, per ben tre volte.
Esito diverso nei porti di Olbia e Porto Torres: chi voleva viaggiare d'estate, quando i collegamenti valgono oro, avrebbe dovuto garantire anche i i viaggi invernali. La formula ha funzionato, per il nord. Lo spacchettamento del bando della continuità ha lasciato scoperta Cagliari. Chi vuole partire o arrivare, sia passeggero ordinario o trasportatore di merci - capitolo tutto da vedere, quello dei Tir - dovrà passare per la Gallura. Viaggiare su strada per oltre 250 chilometri. Restano, senza sovvenzioni, le navi di Grimaldi per Napoli e Palermo. Nessun interesse, per ora, per la tratta rimasta orfana di Tirrenia.
Isolamento, si chiama. In attesa di capire cosa succederà in cielo. La religione non c'entra. Si parla di collegamenti aerei: Alitalia da metà ottobre non sarà più operativa. Subentra Ita, che non potrà garantire la continuità perché lo ha chiesto l'Ue: altra società, nessuna eredità. In assessorato regionale ai Trasporti stanno lavorando a un bando per l'assegnazione delle rotte in emergenza. Il tempo stringe. E, per ora, non si può prenotare. Il rischio è che tra un mese non si potrà nemmeno viaggiare.