CAGLIARI. “La legge sui vitalizi è un atto illegittimo, una brutta pagina della politica”. Così Eliseo Secci, 71 anni, esponente del Pd, presidente dell'associazione degli ex consiglieri regionali, ex sindaco di Decimomannu, ex assessore regionale alla Programmazione. Insomma, vanta un curriculum di tutto rispetto, impossibile elencare tutti gli incarichi ricoperti in una lunga storia politica.Lui, insieme ad altri (impossibile per ora quantificarli, i conti si faranno durante un’assemblea a Bauladu il prossimo 25 luglio), contesta la legge sui vitalizi e si è detto pronto a presentare un ricorso. La sua pensione, che ora ammonta a 4400 euro, con il taglio arriverebbe a 3500 euro.
“Viene meno un principio assodato, quello del legittimo affidamento: se abbiamo stipulato un patto oggi, non può essere cambiato domani in modo retroattivo, se deve essere cambiato domani, deve essere cambiato per il futuro”. Secondo Secci la rinuncia del vitalizio non è utile. “Se fosse utile a una causa di crescita di sviluppo della Sardegna potrei anche rinunciare, ma pensare che io debba rinunciare sull’onda di una gogna mediatica che vuole cancellare tutto, onestamente sono perché venga rispettato il principio ordinato delle cose, e quindi per rimettere le cose a posto. Il bilancio della Regione movimenta circa 7 miliardi di euro, con il taglio dei vitalizi si risparmiano solo 2 milioni. Se la Regione e il Consiglio lavorassero bene per gestire i 7 miliardi di cui dispongono, il risparmio sarebbe ben di più, invece ci perdiamo dietro a questo sogno che i costi della politica risolvono i problemi della gente, è un imbroglio”.
La politica, secondo l’ex consigliere regionale, diventerebbe un privilegio per pochi. “Il costo della politica può essere modificato ma il costo della politica è un valore della democrazia che non può essere oggetto di scambio. Chi fa politica deve poterlo fare liberamente e chiunque abbia o non abbia mezzi, in questo modo noi stiamo creando le condizioni per cui la politica posso farla solo gli imbroglioni che non prendono nulla e si arraffano in altre maniere e penso e spero che questi non esistano, oppure i ricchi, e io sono figlio di povera gente e ho sempre difeso i diritti della povera gente”.
Certo è che 4400 euro per le famiglie che non riescono neanche a far tornare i conti a fine mese, sono davvero tanti soldi, e forse sono proprio queste persone che ritengono che si debbano tagliare i vitalizi agli ex consiglieri ed ex presidenti. Secci risponde così: “Sono figlio di un bracciante agricolo che ha fatto il disoccupato per molti anni, e mio babbo prendeva lo stipendio qualche volta, e c’era anche allora la classe dirigente che veniva retribuita per il valore delle cose che faceva: sono perché la politica venga retribuita per il valore che ha, nel senso sociale, nel senso economico e proprio”.