CAGLIARI. Uomo, caucasico, nessun segno evidente di morte derivante da un delitto. L'autopsia eseguita oggi non risolve il giallo sui resti umani trovati giovedì sera in mezzo a un canneto distrutto da un incendio (qui la notizia) tra Selargius e Quartucciu, a ridosso della 554.
L'ipotesi più accreditata è che quelle ossa appartengano a Luca Congera, cinquantenne scomparso a metà marzo in circostanze misteriose dalla sua casa di Quartu. Ma senza tessuti molli gli accertamenti sono difficili: i volontari del Nos di Quartu intervenuti per domare il rogo hanno trovato solo parti di scheletro intaccate dalle fiamme. Su queste ha lavorato un'equipe di medici che, dopo gli esami effettuati oggi fino a tarda serata, non ha potuto offrire ulteriori elementi utili alle indagini. L'avvocato della famiglia, Gianfranco Piscitelli, ha rivelato che ciò che rimaneva degli abiti sarebbe compatibile con gli indumenti che Congera indossava il giorno della scomparsa. Ma sarà necessario attendere i risultati dell'esame sul Dna per stabilire con certezza se quei resti appartengano o no al pescatore per il quale nei mesi scorsi è stata attivata un'imponente macchina di ricerca. E sulla cui fine si infittiscono le ombre: un anonimo, dopo la scomparsa, aveva chiamato a casa della madre per dire che aveva visto qualcuno che aveva appena aggredito un uomo e aveva gettato il corpo in un canneto.