SARROCH. Gli allarmi non erano infondati. I lavori per la realizzazione della diga di Monte Nieddu, a Sarroch, sono fermi. Gli operai che stavano lavorando nel cantiere non sanno se saranno licenziati o se andranno in cassa integrazione. A segnalare la situazione è il leader di Unidos Mauro Pili, che in questi mesi aveva seguito il travagliato evolversi della situazione riguardante un'opera pubblica dalla storia difficile.
“Centoventi lavoratori a casa. Per adesso non sanno se licenziati o in cassa integrazione. Il cantiere sulla diga di Monti Nieddu si ferma. Tutti a casa come avevo denunciato nei giorni scorsi", attacca l'ex presidente della Regione, "Le ridicole rassicurazioni sul fatto che il fermo cantiere sarebbe stato scongiurato si sono infrante nella realtà dei fatti. Il blocco totale delle lavorazioni è la conferma della gestione scandalosa del cantiere. Non solo la regione non è stata in grado di garantire la continuità dei lavori ma sta tentando di scaricare le responsabilità su presunte ragioni tecniche legate alle temperature troppo elevate per il getto dello sbarramento. In realtà la regione ha bloccato tutte le perizie di variante, gli adeguamenti progettuali, impedendo di fatto il prosieguo del cantiere su altre lavorazioni. In questo quadro di incapacità diffusa nel governo delle opere pubbliche in Sardegna i lavoratori di punto in bianco si ritrovano senza avere alcuna certezza sulla ripresa del lavoro. La Regione deve immediatamente, senza perdere altro tempo, valutare le proposte di variante progettuale, comprese le integrazioni indispensabili all’opera e garantire l’immediata riavvia del cantiere. Mandare a casa il personale conferma l’assoluta incapacità di governo delle opere pubbliche da parte della regione perché si arriva a disporre un fermo cantiere senza alcuna motivazione plausibile ma solo per coprire le inefficienze amministrative e gestionali”.
La nuova beffa per il territorio è quindi servita: dopo lo stop al maxi cantiere della nuova Sulcitana a 4 corsie ecco quello per il bacino che, nei piani del consorzio di bonifica della Sardegna meridionale, dovrebbe garantire l'approvvigionamento idrico ai campi di tutto il Cagliaritano sud occidentale. E, nei piani dei progettisti, anche fornire una barriera contro il forte rischio alluvioni del territorio. Dall'altra parte ci sono gli ecologisti, che considerano inutile e dispendioso lo sbarramento.