CAGLIARI. Alluminio, manganese, cloruri, solfati. Sostanze tossiche con concentrazioni decine di volte oltre i limiti di legge che avvelenano l'acqua che trasuda dal "sarcofago dei veleni": così è stato ribattezzato il tratto di Carlo Felice, tra Sardara e Sanluri, realizzato con l'utilizzo dei materiali di scarti provenienti dalla miniera abbandonata di Furtei (laddove c'è un altro disastro ambientale). A rivelare la pericolosità della bomba ecologica (già esplosa) sono le analisi condotte da Liberu, la sigla indipendentista guidata da Pier Franco Devias: "Liberu si rivolge ancora una volta alla Regione, nonostante il reiterato silenzio davanti ai precedenti appelli, e chiede che i cittadini abbiano pubbliche rassicurazioni sulla situazione sanitaria del territorio. Chiediamo che la Regione verifichi la stabilità delle strutture stradali e dei cavalcavia, dal momento che gli indicatori segnalano una forte presenza nel terreno di acido solforico, altamente corrosivo e in grado di pregiudicarne la stabilità".
In particolare i risultati delle analisi condotte da un laboratorio indipendente hanno rilevato ph (con acidità molto elevata), cloruri, fluoruri, solfati, alluminio, rame totale, ferro, manganese e zinco. Particolarmente elevati l'alluminio (200 mg/l su 1 previsto nei limiti di legge), il manganese (18 mg/l su un limite di 2), i cloruri (737 mg/l sui 200 di limite), i solfati (addirittura 16.600 mg/l su 500 nei limiti di legge).
Il video dal tratto avvelenato della Carlo Felice
"Chiediamo altresì che la Regione indichi in maniera pubblica e chiara quali misure intenda mettere in atto per neutralizzare i pericoli, se vengono riscontrati, e in quali tempi", spiega Devias, "In ultimo ci auguriamo che l'iter giudiziario, che vede indagati numerosi manager implicati nella costruzione della strada e nell'interramente dei veleni, non finisca in prescrizione come numerose altre vicende di avvelenamento della nostra terra. La chiusura delle indagini, infatti, risale al 2012 e fino ad ora non è neanche iniziato il processo a carico degli indagati. I Sardi sono stanchi di vedere la Sardegna avvelenata e oltraggiata, costretti per giunta pagare con i soldi pubblici le bonifiche, mentre gli avvelenatori vanno via indisturbati con i profitti. Perciò vigileremo affinché venga rispettata rigorosamente la norma secondo cui chi inquina deve bonificare a sue spese".