CAGLIARI. Armando Bartolazzi conferma in una lunga intervista all'Unione Sarda la sua uscita di scena: a breve non sarà più l'assessore alla Sanità in Sardegna e la sua delega sarà assunta dalla presidente della Regione Alessandra Todde. E le reazioni, da tutte le parti politiche e non solo, non si fanno attendere. Tanto da scatenare un'ondata di commenti in tutta l'Isola, in particolare per le frasi pronunciate dall'ormai ancora per poco assessore in carica ("Senza di me la sanità resterà indietro").
"Caro Bartolazzi", scrive Claudia Zuncheddu, presidente della rete sarda difesa della sanità pubblica, "Negare sempre anche di fronte all'evidenza dei fatti era un moto della mia adolescenza per salvarmi dall'ira dei miei genitori. Poi con la crescita ho capito che bisogna essere credibili. E lei e voi, a quando? La Sanità resterà indietro senza Bartolazzi? La Sanità è già precipitata lasciando solamente macerie, la disperazione dei malati che necessitano di cure e una crescita della mortalità. Ma Bartolazzi non deve preoccuparsi, al suo fallimento da assessore, la presidente Todde saprà mettere una pezza. La pezza della gratificazione economica: "una ennesima consulenza".
"Se non fosse che noi sardi non ci possiamo curare e che voi siete al governo della sanità da 2 anni, ci sarebbe da ridere. E invece no. Che tristezza", scrive l'ex deputata del Pd Romina Mura.
"Altro che “senza di me la sanità resterà indietro”, commenta Gianfranco Angioni, il responsabile di Usb Sanità in Sardegna, "La verità è che la sanità sarda indietro c’è rimasta, e non per caso. Prima di dipingersi come indispensabile, sarebbe il caso di guardare ai risultati: liste d’attesa infinite, organizzazione allo sbando e un sistema lasciato in condizioni peggiori di quando è stato preso in mano. Non è arroganza: è negare l’evidenza. E l’evidenza parla chiaro. La Sardegna merita responsabilità, non autocelebrazioni fuori luogo. E soprattutto merita un progetto vero, perché l’assenza di una visione — sommata all’ambizione di una parte politica interessata più alle poltrone che alle soluzioni — non potrà che trascinare ancora più a fondo ciò che già oggi è al limite del collasso. A quel punto resterà solo una verità: un fallimento politico senza attenuanti".
E il deputato di Fratelli d'Italia Salvatore Deidda: "Settimane fa dissi che più che campo largo fosse un campo minato, tutti contro tutti. Sono uniti solo dalla bramosia delle poltrone e la conferma arriva dall’ormai ex Assessore della Sanità della Giunta Todde. Ora qualche scappato di casa dirà che la Giunta Solinas etc etc. Ma qui nessuno dell’opposizione è causa. Lo dice l’Ex Assessore. Tutto in casa tra 5 Stelle e Pd. Inconciliabili".
Corrado Meloni, consigliere regionale di Fratelli d’Italia, attacca: "Le durissime parole dell’Assessore regionale della Sanità, sfiduciato ormai anche dalla presidente Todde, certificano quello che da un anno denunciamo costantemente: questa maggioranza pensa solo alle poltrone. La lotta, fatta di veti incrociati e senza esclusione di colpi, adesso riguarda quelle particolarmente ambite dei futuri direttori generali delle Asl, obiettivo vero della riformina sanitaria partorita l’anno scorso e che è costata ai sardi ben quattro mesi di esercizio provvisorio e una palude politico-amministrativa in cui è precipitato il Servizio sanitario regionale”.
“Speriamo che le dimissioni annunciate mettano la parola fine a questa dolorosa, per i pazienti isolani, e grottesca sceneggiata recitata dagli attori del Campo largo – ha aggiunto Meloni – Era prevedibile che un assessore, privo di qualsiasi conoscenza della complessa realtà dell'Isola, non sarebbe riuscito a risolvere neanche uno dei tanti problemi del sistema sanitario sardo. Soprattutto, alla luce della volontà, emersa subito da parte dei partiti della coalizione di centrosinistra, di mettere al primo posto della loro azione politica la cacciata dei manager della sanità nominati dalla precedente Giunta, senza alcuno straccio di idea vera e concreta di governo e programmazione sanitaria”.
“Dal medico romano molte battute infelici e poche idee che si sono infrante contro la dura realtà dell’appetito famelico della maggioranza che sostiene la presidente Todde. In quasi due anni di governo regionale non solo non si è risolta alcuna delle emergenze della sanità isolana (liste d’attesa infinite, ospedali al collasso, medicina territoriale in disarmo, perenne carenza di medici e infermieri, personale male organizzato e con stipendi inadeguati, mobilità passiva), ma, addirittura, le cose sono precitate terribilmente. La sfiducia e la rassegnazione dei pazienti isolani nei confronti del Servizio sanitario regionale non sono mai state così evidenti e allarmanti. Lo stesso discorso vale per gli operatori, medici o lavoratori del comparto, sempre più in fuga verso il settore privato”, conclude l'esponente di FdI.













