CAGLIARI. “Emozione pari a zero, i giganti di Mont’e Prama richiedevano uno spazio solenne, l’effetto è quello di poveri ricoverati all’ospedale che veniamo a trovare sperando che muoiano presto così non dobbiamo più tornarci: in un magazzino sono più emozionanti”. Parole di Vittorio Sgarbi che a sorpresa, a ridosso della chiusura, ha deciso di visitare il Museo Archeologico Nazionale di Cagliari prima del suo spettacolo “Caravaggio” al Conservatorio di piazza Porrino.
L'intervista a Vittorio Sgarbi durante la visita al museo archeologico di Cagliari
Il critico d’arte si è trattenuto un’oretta all’interno del museo che ospita le ricostruzioni delle misteriose statue ritrovate a Cabras. Affascinato dal loro mistero, sembra deluso dall'allestimento. Troppo luminoso. Senza mistero, appunto. Ciò che ha apprezzato di più del museo, dice sono “le vetrine che non ci sono più. Nulla è più straordinario di vedere una cosa che sta seminascosta in una vetrina buia. L’architetto è stato abbastanza bravo, ha fatto una vetrina in cui tutto appare ben illuminato, possiamo essere soddisfatti” ha aggiunto con una punta di ironia. Tra gli acquisti, tre libri. Uno di Lilliu, uno di Ciusa e uno di Grazia Deledda. “Sono alla ricerca di ciò che cerco di capire da più di mezz’ora: la datazione presunta dei giganti quale è? Tremila? Duemila? Non c’è scritto da nessuna parte”. I suggerimenti arrivano da un dipendente: “Tremila anni fa”. “Non mi fido tanto”, chiosa Sgarbi.