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NUORO. L'infarto a pochi passi dalla guardia medica (in quel momento non operativa), poi l'arrivo dell'ambulanza con infermiere a bordo dopo 25 minuti. Questa la cronaca della morte di Nanni Mereu, 46 anni, raccontata oggi sulle pagine dell'Unione Sarda. Ora arriva la replica dell'Areus che ammette la situazione problematica del sistema sanitario, ma precisa: "Prima ambulanza arrivata in 7 minuti", sottolinenado come "in caso di arresto cardiaco improvviso, il fattore realmente decisivo non è la presenza immediata del medico, ma la rapidità e l’efficacia dei primi interventi". E ancora, "La vera differenza la fanno la rapidità dell’allerta, la prontezza dei cittadini e la disponibilità di defibrillatori diffusi sul territorio.” Per Areus, quello di Nanni Mereu è "uno sfortunato evento".
“Ci rendiamo conto delle criticità del territorio dal punto di vista sanitario per l’annosa carenza di medici, guardie mediche e pediatri che rendono ulteriormente complessa la stessa attività di Areus, comunque sempre presente nella sua mission istituzionale” ribadisce il Commissario Straordinario Angelo Maria Serusi. “L’impegno aziendale sarà, oltre quello operativo quotidianamente presente, anche quello di promuovere nel breve periodo incontri con le amministrazioni locali, associazioni e comitati, per dare una puntuale informazione sulle iniziative in essere e quelle da realizzare, al fine di fornire la reale misura del presidio sanitario che Areus garantisce sul territorio, specialmente in quelle aree più disagiate e interne, così come ha fatto anche nello sfortunato evento di Aritzo”.
Il Direttore Sanitario Areus, Stefano Sau, chiarisce che la Centrale del 118 ha inviato immediatamente i soccorsi. “Sul posto, in 7 minuti dalla chiamata, è giunta l’ambulanza di base dotata di defibrillatore e personale addestrato alla rianimazione cardiorespiratoria. Durante la rianimazione, i soccorritori, in stretto in contatto con il medico della centrale Operativa 118, non hanno mai palesato un ritmo “defibrillabile” continua Sau ripercorrendo quegli attimi. “Nel frattempo sul posto è giunta anche l’India, l’Ambulanza con l’infermiere a bordo che ha proseguito le manovre salvavita e somministrato l’adrenalina come da protocollo e continuato con ben sei cicli di massaggio senza mai ripristino del ritmo sinusale e di polso e neppure delle funzioni vitali. Situazione che ha determinato la sospensione delle manovre da parte dell’equipe sanitaria e la constatazione del decesso dopo 40 minuti di rianimazione cardiopolmonare”.
La Direzione Sanitaria di Areus ci tiene a precisare, inoltre, che l’ambulanza infermieristica non rappresenta un “mezzo senza medico”, bensì un mezzo di soccorso avanzato, con personale altamente formato e costantemente collegato con la Centrale Operativa 118 e in grado di fornire tutte le necessarie terapie e i protocolli operativi consolidati per la gestione dell’arresto. L’infermiere dell’emergenza è infatti addestrato a gestire procedure di rianimazione, utilizzare il defibrillatore e somministrare farmaci in costante contatto con il medico di Centrale Operativa 118, tutto ciò secondo standard clinici analoghi a quelli adottati nei principali Paesi europei. “Non esiste un soccorso minore: ogni infermiere del 118 rappresenta un presidio di competenza e prontezza” puntualizza il direttore sanitario.