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CAGLIARI. "Dopo ore fuori dal rettorato con Unica per la Palestina e gli altri collettivi presenti, ci siamo trovati un documento laconico, con sì la rescissione degli accordi, ma senza una condanna chiara a Israele né una condanna netta al genocidio in corso, declassato ad un 'plausibile rischio'". Così gli studenti dell'associazione UniCaralis sul provvedimento approvato ieri dal Senato accademico dell'Università di Cagliari, che prevede lo stop alla collaborazione con ricercatori, istituzioni accademiche, progetti di ricerca, agenzie o istituzioni legati direttamente o indirettamente a strutture militari dello Stato di Israele.
Gli studenti avevano organizzato una mobilitazione fuori dalla sede del rettorato, chiedendo a gran voce un intervento del rettore Francesco Mola. Poche ore dopo era stata ufficializzata l'interruzione delle collaborazioni con gli israeliani. Ma per Unicaralis quel documento è arrivato "troppo tardi" ed è "troppo poco". "Il rettorato sceglie una posizione ancora troppo accomodante verso l'entità sionista, colpevole del genocidio in corso da 2 anni ai danni del popolo palestinese. I termini ambigui del documento approvato lasciano aperti spiragli per le università e istituzioni israeliane di inserirsi nella nostra Università".
"Siamo comunque contenti", precisano, "del fatto che anni di lotte portate avanti da noi e dalle associazioni e i collettivi, dentro e fuori le università, a sostegno della causa palestinese, abbiano portato oggi a questo, seppur tardivo e limitato risultato da cui partiremo per azioni più incisive".