Seguici anche sul nostro canale Whatsapp
CAGLIARI. Pene confermate (e in alcuni casi inasprite) per vertici e allenatori del Windsurf club di Cagliari, sospesi dopo la scoperta di gravi episodi di bullismo tra giovanissimi atleti. I fatti risalgono all’estate del 2024: alcuni bambini che frequentavano il club sarebbero stati vittime di atti di bullismo da parte di due compagni più grandi, anche loro minorenni. Vi avevamo parlato del caso QUI. Nella sentenza della Corte federale d’appello si legge che sono state confermate tutte le pene nei confronti di istruttori e coordinatori e aumentati da 7 a 10 i mesi di sospensione per l'allora presidente e per il vice presidente, ridotti invece a 4 quelli nei confronti di un istruttore del club. Secondo la Corte federale, gli istruttori avrebbero "tollerato le condotte in questione e comunque omesso l’adeguata e doverosa vigilanza sugli atleti minori loro affidati, non impedendo – pur avendone il dovere - i comportamenti violenti".
Nella decisione si legge che "il presidente sapeva o colpevolmente ignorava la preoccupante deriva collegata alle condotte ed intemperanze - variamente denominate - dei due atleti minori" e che "partecipava alla chat più volte citata e quindi sapeva o doveva sapere dei gravi comportamenti segnalati e stigmatizzati dall’allenatore e da alcuni genitori e certamente non risolti".
Netto nel commentare la decisione l’avvocato Filippo Pirisi, difensore del Windsurfing Club Cagliari, del presidente e dei suoi dirigente: "Ovviamente la rispettiamo, ma faremo certamente ricorso, e crediamo ed auspichiamo che anche gli altri condannati faranno lo stesso. E se anche il terzo grado della giustizia sportiva dimostrerà di non avere sufficienti garanzie difensive, andremo anche davanti al Giudice ordinario, dove la gestione dei procedimenti è ben diversa. Non si può accettare, in nessun contesto giudiziario, che siano - come pensiamo sia successo in questo caso - negati i minimi diritti di difesa e di prova contraria ed in cui le sentenze neanche si esprimono su contestazioni decisive e dirimenti. Qui - per quanto sia assolutamente la priorità, tanto che la difesa del Club, sul punto, nel merito, non si è mai neanche esposta data la delicatezza della vicenda - non si tratta solo di tutelare dei minori (presunte vittime e presunti bulli), ma anche di rispettare il buon nome di un Club storico e di persone di inattaccabile onorabilità, che non possono essere tacciate di “mancata vigilanza” essendo intervenuti formalmente, per capire cosa fosse successo, dopo pochissimi giorni dalla denuncia di fatti che, ancora oggi, è bene ricordare, la Giustizia Ordinaria - che è l'unica competente - deve ancora dirci se siano o no accaduti".