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CAGLIARI.Secondo giorno di discussioni in Corte d’Assise a Cagliari nel processo a Igor Sollai, accusato dell’omicidio della moglie Francesca Deidda, avvenuto un anno fa, il 10 maggio. Dopo la requisitoria del Pm Marco Cocco, che ha chiesto l'ergastolo con un anno di isolamento per l'imputato, oggi è stata la volta della parte civile e della difesa, tra richieste di giustizia, analisi della personalità dell’imputato e tentativi di ridimensionare le aggravanti. Due gli elementi principali: la difesa chiede il minimo della ena e il riconoscimento delle attenuanti generiche, mentre le parti civili, parenti, chiedono centinaia di migliaia di euro a Sollai.
Ha aperto l’avvocato Gianfranco Piscitelli, legale del fratello di Francesca Deidda. “Sollai poteva sembrare un non violento, ma nei momenti di esaltazione si era reso protagonista di altri episodi, come quello che gli è valso un Daspo per 5 anni”, ha detto. “Sollai è un narcisista, svaluta l’intelligenza degli altri, mentre lui è un vincente. Si descriveva come un gran seduttore. Il migliore tra i figli e il migliore tra i mariti. Manipolatore, bugiardo patologico, esperto”. Piscitelli ha citato anche i rapporti dell’imputato con la nuova compagna: “Parlando di un ex della seconda donna si diceva superiore fisicamente” e dichiarava di aver usato “la mano più debole” in una colluttazione. Avrebbe anche detto di volere “un piccolo 'Igor' a sua immagine”. La presidente della Corte l’ha però interrotto quando ha cominciato a citare elementi legati a un altro filone d’indagine, quello sulla presunta violenza sessuale su minore.
“Come parte civile devo assicurare giustizia, non vendetta, alla famiglia e a Francesca”, ha continuato l’avvocato. “La mancanza di riguardo per la vita è ciò che ci ha portato qui. Non un semplice crimine, ma un atto di crudeltà. La giustizia non è una semplice posizione, siamo qui per giudicare, ma anche per assicurare un futuro d’amore. Chiedo alla corte di riconoscere con il giudizio di fare giustizia e condannare Sollai al massimo della pena. Chiediamo inoltre che la giustizia sia severa e unanime. Il risarcimento dei danni subiti che chiediamo ammonta a 500mila euro”.
Anche altri familiari – in particolare zii – si sono costituiti parte civile. I loro avvocati hanno ribadito: “Francesca poteva essere nostra sorella, nostra mamma, nostra sorella. Non è un fatto privato. Rendete giustizia a Francesca e a tutte le donne”. E ancora: “L'uomo della vita di Francesca Deidda è infine l'uomo che le ha causato la morte. Il peggior crimine di un uomo”.
Poi ha preso la parola l’avvocato Carlo Demurtas, difensore di Igor Sollai. “Il lavoro degli inquirenti è stato certosino, lo dico senza piaggeria, ma ci sono degli elementi contestabili”. Nessuna pretesa di innocenza: la confessione c’è. La difesa punta piuttosto a evitare la pena più dura, appellandosi alle attenuanti generiche. “Si è risparmiato tempo grazie ad una scelta difensiva del signor Sollai di non contestare le prove. Non è giusto punirlo visto che sta facendo risparmiare tempo, se no normalmente non si tratterebbe di 3 o 4 udienze, ma molte di più”.
Demurtas ha criticato alcune affermazioni della criminologa Roberta Bruzzone, come l’ipotesi che Sollai abbia agito con un complice, definendole ilazioni. Poi ha contestato la premeditazione: “La premeditazione necessita di un certo lasso di tempo dalla nascita dell’intento all'esecuzione. A gennaio Sollai non ha cercato su internet come uccidere la moglie con un martello. Il cianuro è un’altra questione”. Per la difesa non ci sono certezze “oltre ogni ragionevole dubbio”.
E punta sul comportamento goffo dell’imputato: “Se non fosse un omicidio, sarebbe un film comico. Pensate che aveva tinto il divano con una vernice nera e il divano era blu. La bomboletta? Lasciata in bella vista di fronte al divano. Per non parlare che Sollai, descritto come freddo calcolatore, ha comprato tutto con la carta di credito”. Sulla dinamica del delitto: “Non si può escludere oltre ogni ragionevole dubbio che Sollai abbia reagito ad una frase detta dalla moglie, come da lui annunciato. È vero che i vicini non hanno sentito nulla di questa lite, ma non hanno sentito nemmeno Sollai che trasportava il corpo. Forse nel condominio si facevano i fatti loro”.
Anche sul movente Demurtas ha cercato di smontare le aggravanti: “Secondo noi i motivi di Sollai non sono futili. La disponibilità della casa o la polizza non sono motivi futili. La crudeltà? Uccidere la moglie è un fatto crudele, siamo d'accordo anche noi che siamo gli avvocati di Sollai. Ma serve qualcosa in più per questo tipo di aggravante”. Secondo la difesa, le ricerche online dimostrerebbero anzi il tentativo di provocare una morte rapida: “Stava cercando un modo per ucciderla sul colpo”.
Infine, ha sollevato dubbi sulla costituzione di parte civile di alcuni familiari: “La parte civile chiede più di 800mila euro (non tutte le richieste si conoscono). Sono familiari, ma secondo le testimonianze Francesca non aveva rapporti con i familiari”. La difesa chiede quindi la concessione delle attenuanti e l’esclusione delle aggravanti.
A causa di un blackout programmato da Enel per oggi la prossima udienza slitta a luglio.