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CAGLIARI. Roberto Saviano, alla luce degli arresti per l'assalto al portavalori sull'Aureliana di qualche settimana fa, torna sull'argomento, pronto ad attaccare chi allora lo aveva attaccato a sua volta. Su di lui si era scatenata la bufera dopo un suo video analisi. Un video nel quale cercava di raccontare questo tipo di realtà criminale. "La Sardegna produce criminali, non mafia", aveva sottolineato (QUI L'ARTICOLO). Nel video però aveva anche specificato come questo tipo di gruppo, secondo lui, provenisse da Desulo e dal sassarese (citava anche i foggiani, a proposito di bande specializzate in portavalori). Tanto era bastato per far inorridire i politici sardi, tacciando le parole di Saviano, come "stereotipi". Oggi Saviano torna sull'argomento, lanciando una frecciata ai detrattori della sua teoria, specie i politici.
Già nelle prime battute della polemica aveva cercato di siegare che parlare della criminalità regionale non significava puntare il dito su un'intera Regione. "Parlarne significa invece essere leale". Oggi torna ancora sulla questione, ma con altri toni. "Ricordate quando la peggiore politica sarda mi accusò di aver diffamato la Sardegna per aver raccontato la vicenda criminale delle bande sarde che assaltano portavalori in un video sul mio canale Youtube? Ecco gli arresti di oggi confermano l'analisi. La politica sardasi dimostra omertosa ancora una volte". Così si legge in una storia pubblicata sui social.
In realtà, secondo quanto si apprende finora, nessuno degli arrestati, viene dal paese di Desulo, ma da altri paesi nel nuorese. Undici gli arrestati, tutti sardi, 9 dei quali fermati proprio nell'Isola. Non si escludono però ulteriori aggiornamenti sulla vicenda.