EMILIA ROMAGNA. Non solo Enzo Ferrari. La banda di sardi con base in Emilia Romagna voleva rapire anche Luciano Pavarotti. Da morto. C'era pure la salma del cantante, scomparso il 6 settembre del 2007, oltre a quella del patron della scuderia del cavallino rampante, tra gli obiettivi del gruppo sardo di stanza in centro Italia, finito al centro di un processo derivante da una maxi inchiesta per traffico di droga e armi in accordo con la 'ndrangheta tra la Penisola e la Sardegna. Alla sbarra ci sono 41 accusati. Tra loro anche la mente della banda, l'orgolese Giovanni Antonio Mereu, noto Caddina.
La Nuova Sardegna riporta delle intercettazioni, estrapolate dal faldone d'indagine. E spunta l'idea del sequestro della salma, da prelevare dal cimitero di Montale Rangone, per poi chiedere un riscatto. Sulla scorta del piano già messo a segno da qualcun altro, che aveva rubato la bara che conteneva i resti di Mike Bongiorno. Pensano a Pavarotti, ne parlano. Poi prevale l'idea di Ferrari. Non attuata solo perché i carabinieri, che ascoltavano tutto, con delle azioni preventive li hanno fatti desistere. Poi l'arresto, che ha fatto emergere una rete criminale nella quale si muovevano droga e armi, fino al cuore della Sardegna.