CAGLIARI. Dalla figura del medico Ersu per i fuorisede ai buoni pasto per i pendolari: queste le richieste di Unicaralis. Sono tanti gli universitari a Cagliari che attraversano numerose difficoltà, come il diritto alla salute. Per questo motivo, l’associazione studentesca chiede l’inserimento di un medico interno all’università, un servizio che già in passato era stato proposto grazie ad una collaborazione tra Ersu e l’azienda ospedaliero universitaria, ma che non è mai entrato in funzione. “Al momento i nostri studenti e le nostre studentesse fuorisede non hanno un medico al quale fare riferimento. Il sistema sanitario nazionale permette il cambio temporaneo del medico a Cagliari, però questa è una procedura che molti non conoscono e allo stesso tempo non permette di usufruire del proprio medico di base lungo quel periodo. Noi riteniamo che gravare ulteriormente sul sistema sanitario nazionale, che come sappiamo ha già notevoli difficoltà, non sia la misura migliore. Preferiamo che ci sia, infatti, un medico dell’Ersu che possa occuparsi dei nostri studenti” ha detto Riccardo Cuomo di Unicaralis.
Tra le altre proposte del gruppo studentesco c’è anche quello di un numero adeguato di pasti gratuiti per gli studenti fuori sede, che ogni giorno sono alle prese con lunghi viaggi - a volte anche di diverse ore - per fare rientro a casa. “Il bando Ersu non prevede la possibilità per i pendolari di avere i buoni pasto per la mensa, sostanzialmente ogni pendolare, anche se borsista, deve pagarsi il pasto. Questa situazione è diversa da quella degli studenti in sede e fuorisede, perché i primi hanno diritto ad un pasto al giorno, mentre i secondi a due pasti al giorno” – spiega Cuomo – “La nostra proposta intende riuscire a garantire un numero di pasti adeguati per i pendolari all’interno del bando Ersu. Vorremo anche che per i fuorisede ci fosse la possibilità di scegliere di farsi decurtare una parte della borda di studio e avere i buoni pasti o monetizzare e avere un voucher”
Ad aggravare ancor di più la situazione per studenti e studentesse pendolari è il servizio di trasporto pubblico. “L’università non riesce ad entrare a tutte le dinamiche che comporta l’essere pendolare. In particolare, pensiamo ai mezzi di trasporto che molto spesso sono carenti, oggi ci troviamo in viale Sant’Ignazio dove la linea 10 e la linea 8 si trovano molto spesso sovraffollate e in ritardo”, conclude Cuomo.