CAGLIARI. La Regione snobba i cacciatori. Ma anche tutta l'economia che gravita intorno a loro. L'accusa è dell'associazione "Caccia, pesca e ambiente", contenuta in una lettera inviata dal presidente Marco Efisio Pisanu al presidente Francesco Pigliaru e a tutti i consiglieri regionali. All'origine del problema c'è la mancata impugnazione davanti al Consiglio di Stato dell'ordinanza del Tar - che ha portato alla successiva sentenza di conferma - che ha cassato il calendario venatorio sardo nelle parti in cui permetteva due giornate di caccia alla lepre e alle pernice. Calendario che era stato approvato da Comitato faunistico regionale, del quale fanno parte anche rappresentanti della Regione. Che, nonostante tutto, ha incassato la bocciatura senza nemmeno provare a contrastarla in sede giudiziaria. Una mossa, anzi, un'inerzia, mal digerita dai cacciatori.
Il confronto in diretta fra Marco Efisio Pisanu e Stefano Deliperi
"Già da mesi con alcune note", scrive Pisanu, "abbiamo evidenziato che la mancata impugnazione al Consiglio di Stato in merito all’ordinanza cautelare metteva in luce non solo la mancata sensibilità dell’Amministrazione regionale verso il mondo venatorio, ma anche la carenza dell’Ente di difendere un proprio provvedimento (il calendario venatorio appunto) emanato dall’assessorato all’Ambiente dopo verifiche e valutazioni proprie dell’agire amministrativo". La decisione di stare fermi è vista come una scelta politica della quale l’attuale maggioranza dovrà rendere conto al proprio elettorato tra i quali ricordiamo ci sono anche i cittadini che gravitano intorno al mondo venatorio (appassionati, commercianti, prestatori di servizi). Crea stupore e disagio il silenzio della Regione sull’impugnazione della predetta sentenza per tutelare le proprie valutazioni tecniche e amministrative che sono state evidenziate nella memoria difensiva della stessa Regione".
Sono di tre tipi gli effetti dell'inerzia, secondo l'associazione venatoria: "Il primo giuridico, poiché certifica la quiescenza del’Ente alle gravissime omissioni che sarebbero state addebitate dal Gruppo ricorrente e riportate in sentenza. Il secondo effetto è indubbiamente politico e dimostra spregio dell’attuale maggioranza nei confronti di numerosi cittadini che, oltre ad essere sempre in prima linea in caso di calamità, danno il proprio contributo, impiegando risorse economiche personali per contrastare l’annosa piaga della PSA. Terzo e non ultimo per importanza devo ricordare il problema economico e sociale poiché con tale indifferenza si ignorano gli effetti economici generali e le ingenti perdite che vengono creati a commercianti e professionisti del settore ed alle loro famiglie".