CAGLIARI. "Non appena diventeremo operativi, che spero avvenga presto, esamineremo minuziosamente ogni azione compiuta senza la conoscenza dei cittadini e a discapito dei sardi". Così Alessandra Todde, futura presidente della Regione Sardegna attualmente in attesa di ufficializzazione, che si scaglia sulle ultime decisioni della giunta di Christian Solinas nelle ultime fasi del suo mandato, incluse alcune che comportano significativi investimenti di risorse.
Attraverso i social, ha inoltre denunciato le pratiche dell'esecutivo in uscita che, invece di limitarsi a gestioni amministrative routinarie, ha proceduto con varie nomine, sottolineando l'assenza di trasparenza verso i cittadini. "È inaccettabile che l'amministrazione precedente abbia preso queste decisioni in modo così sbrigativo, ignorando la possibilità di intervento pubblico. Dopo cinque anni di gestione, invece di pianificare e investire adeguatamente le risorse a disposizione, sembrano aver scelto di favorire interessi particolari," ha criticato Todde.
La risposta di Solinas, tramite canali ufficiali della Regione, non è tardata ad arrivare: “Alessandra Todde non perde occasione per dimostrare il proprio totale dispregio delle istituzioni autonomistiche, che pensa di poter serenamente vilipendere in diretta televisiva" sono le parole del governatore uscente che si scaglia con la presidente in pectore affermando che "imparerà anche a distinguere le funzioni di direzione politica da quelle di direzione amministrativa e scoprirà con un certo stupore che esiste una differenza tra chi deve programmare le risorse in Regione (e lo ha fatto) e chi ha la responsabilità della spendita effettiva delle risorse programmate attraverso atti gestionali che impegnano l’amministrazione verso l’esterno, cioè i dirigenti".
"Nell’ostentazione scomposta della sua sicumera - continua l'attacco di Solinas a Todde - per il momento ha dimostrato soltanto una discreta superficialità, malcelata a stento dall’aggressività dei suoi strumenti comunicativi. Quanto a me, che non ero e non sono candidato a niente, posso solo rallegrarmi del fatto di non essere stato un dipendente di una sua azienda perché verosimilmente – tra richieste di fallimento da parte dei revisori e concordati preventivi – avrei vissuto nella precarietà e con gli ammortizzatori sociali. Ed in tutta onestà devo dire che davanti ad un datore di lavoro simile sarebbero arrivate certamente prima le mie dimissioni del suo licenziamento".