CAGLIARI. La Regione aveva sbagliato ad autorizzare la caccia alla lepre e alla pernice sarde, non c'era un monitoraggio: lo dice il Tar, che ha depositato le motivazioni dell'accoglimento del ricorso presentato dall'associazione ambientalista "Gruppo di intervento giuridico" contro il calendario venatorio sardo nella parte che prevedeva il via libera alle doppiette per sparare contro le due specie. C'era l'ok solo per due giorni (il 24 settembre e il primo ottobre 2017), un decreto di sospensione - sempre del Tar - aveva già bloccato le due giornate e i cacciatori hanno già dovuto rinunciare (non certi felici) a colpire lepri e pernici, ma i giudici amministrativi hanno deciso di entrare lo stesso nel merito della vicenda. Pare un monito in vista della preparazione della prossima stagione venatoria.
Il confronto in diretta fra Marco Efisio Pisanu (Cpa) e Stefano Deliperi (Grig)
Perché a essere contestate sono le modalità di decisione. Le due giornale erano state autorizzate dagli uffici regionali nonostante non esistesse alcun monitoraggio del benessere delle specie sull'Isola, si legge nella sentenza dei giudici di piazza del Carmine a Cagliari. L'Ispra (Istituto superiore per la protezione dell'Ambiente) aveva sconsigliato di dare il via libera perché siccità e incendi avevano compromesso l'ambiente, quindi il numero di esemplari era da considerarsi - in ipotesi - estremamente ridotto. E il Tar fa un calcolo, accogliendolo dal Grig: "Essendo i cacciatori in Sardegna complessivamente 35.987, risulterebbe, per effetto, autorizzato un “potenziale carniere” di prelievo complessivo di 71.974 esemplari di lepri sarde e 143.948 di pernice sarde". Le associazioni venatorie (Cpa Sardegna e Libera associazione della caccia), affiancate dalla Regione, hanno sostenuto che sulla base delle serie storiche di esemplari cacciati non si sarebbe mai arrivati a quel numero. Ma il Tar stabilisce che non ci si può basare sull'aleatorietà. Era necessario, per i giudici, un monitoraggio delle presenze sul territorio sardo. E solo sulla base di rilevazioni certe si sarebbe potuto decidere se approvare o no la caccia a lepri e pernici. Rilevazioni che non ci sono state. "Dunque la decisione regionale di includere fra le specie cacciabili anche la lepre e pernici sarde", stabilisce il tribunale amministrativo, " è stata assunta in modo illegittimo, sussistendo un peculiare ed acclarato regime di tutela (aggiornato al 2017), per mancata acquisizione di preliminari ed adeguate verifiche tecniche". C'è da capire come gli uffici si organizzeranno per la prossima stagione.