CAGLIARI. Chi è in regola con i pagamenti non ha nulla da temere. “Abbanoa ricorre all'ingiunzione fiscale in caso di clienti plurimorosi con i quali noN si è arrivati ad alcuna soluzione di pagamento del debito”. Lo spiega in una nota la società di gestione del servizio idrico, per rispondere all'allarme lanciato dal consigliere regionale dell'Upc Antonio Gaia: un utente di Quartu, secondo lui vittima di una cartella pazza arrivata a gonfiarsi fino a 40 mila euro, si è visto pignorare il conto da parte di Abbanoa. Che ha agito in virtù di un'autorizzazione del ministero dello Sviluppo economico, concessa due anni fa. “Stanno diventando peggio di Equitalia", ha sostenuto Gaia. “L’ingiunzione fiscale”, spiegano da Abbanoa, “va a colpire chi, in debito da svariati anni, non corrisponde quanto dovuto pur avendo usufruito del servizio idrico (potabilizzazione, distribuzione e depurazione degli scarichi), clienti che Abbanoa non riesce a raggiungere in altro modo. Quello del pignoramento è l’atto estremo, a cui si arriva solo ed esclusivamente in caso di morosità alte e conclamate contro le quali nessuno strumento ha consentito ad Abbanoa di recuperare quanto dovuto. L’ingiunzione fiscale permette di recuperare il dovuto ed è uno strumento verso il quale è possibile far opposizione: i clienti hanno infatti 30 giorni per presentare una contestazione”. La nota da viale Diaz spiega anche che “il ministero dell'Economia due anni fa ha autorizzato alcune società del servizio idrico, tra cui Acea e Abbanoa, a riscuotere i crediti con iscrizione a ruolo ma è proprio per non arrivare a questa ultima azione, che comporterebbe il recupero coattivo del credito, che Abbanoa ha messo a disposizione tutti gli strumenti possibili per raggiungere la clientela che non paga”. E aggiunge: “Sul provvedimento del ministero dell’Economia, il 20 aprile del 2016, si è già espresso il Tar confermando la legittimità e bocciando la richiesta di sospensiva”.
NEL VIDEO LA DENUNCIA DEL CONSIGLERE REGIONALE UPC ANTONIO GAIA