ROMA. È scontro senza esclusione di colpi tra il presidente della Federazione italiana tennis, il cagliaritano Angelo Binaghi, e quello del Coni, Giovanni Malagò. Il primo, reduce dal successo dell'edizione post Covid degli Internazionali d'Italia al Foro italico, vinti dal Novak Djokovic, attacca il secondo di aver cercato di boicottare la manifestazione. E il numero uno del comitato olimpico replica piccato.
Per Binaghi, Malagò "prima ha cercato di non far giocare Djokovic, poi non voleva che ci fossero i russi. Ma noi", ha aggiunto, "abbiamo analizzato bene le sue parole e non è vero che il Cio aveva dato dichiarazioni differenti rispetto a quelle osservate da Itf, Atp e Wta. Malagò ha chiesto di intervenire nell'autonomia dello sport", sostiene ancora Binaghi, "proprio lui che si è sempre lamentato in passato di questo. Ha cercato di indirizzare il governo verso una decisione che avrebbe danneggiato gli Internazionali".
Per il presidente della Fit "non far giocare i russi, e questo Malagò lo sa bene, avrebbe avuto una serie di conseguenze che vanno dallo sciopero dei giocatori alla possibile revoca della licenza del torneo".
Malagò a stretto giro ha replicato, parlando di profondo stupore per quello che definisce "un attacco inelegante, sbagliato, profondamente non vero e anche sgrammaticato sotto il profilo dei ruoli nazionali e internazionali.
"Io devo rispondere al Cio, perché sono un membro del Cio", ha aggiunto ancora Malagò, "E il Comitato è molto, molto attento e fiscale". Sostiene di avere "sempre detto che era un invito e non c'era nessun obbligo", rispetto alla presenza di atleti russi, "perché", ha concluso, "conosciamo perfettamente la specificità, l'autonomia, la natura privatistica dei sindacati dei giocatori professionistici del tennis Atp e Wta, per cui l'ultima parola spetta a loro".