CAGLIARI. Un rudere, o quasi. Che non tornerà a essere un ospedale. O meglio: non sarà una struttura sanitaria come quella che i cagliaritani hanno conosciuto negli ultimi 40 anni. Perché il Marino, un passato di albergo dell'Esit, ospiterà la direzione generale della Asl, quindi uffici, e solo pazienti non acuti per i quali non sono possibili cure domiciliari.
Un ospedale di comunità, quindi. Senza pronto soccorso, che non riaprirà mai più. Intanto, l'edificio è messo male. La piscina resta abbandonata e un'impalcatura arrugginita dà il benvenuto a chi entra. Il futuro, già pianificato, è considerato una conquista dalla Uil Funzione pubblica, che si è battuta per anni per la trasformazione del Marino.
“L’ospedale è in condizioni di totale abbandono”, dice Guido Sarritzu segretario provinciale Uil Flp comparto sanità, “ripartirà con un altro ruolo, ovvero ospiterà la direzione generale della Asl e verrà sistemato tutto il plesso per trasformarlo in un ospedale di comunità. Si tratta di una risposta ai tanti appelli che abbiamo lanciato in questi anni”.
Il Marino ospiterà quindi pazienti non gravi che hanno necessità di una degenza ospedaliera. “Pazienti non acuti”.
Sarritzu critica la scelta dei vertici sanitari regionali, in particolare quella che ha portato al carico di lavoro degli unici due pronto soccorso attivi a Cagliari e hinterland, quello del Brotzu e del Policlinico. E di certo non sarà d’aiuto il pronto soccorso del Marino, non riaprirà. Manca solo l’ufficialità. “
Il Marino sarà un punto di riferimento per Quartu e non solo, nel passato sono state fatte scelte che noi abbiamo criticato e hanno portato sia allo smantellamento del Marino, ma anche al ridimensionamento del Santissima Trinità che sarebbe dovuto rimanere l’ospedale di riferimento per Cagliari anziché creare la situazione che si vive oggi, di grande disagio, con il carico di lavoro nei due pronto soccorso attivi: Brotzu e Policlinico”.