CAGLIARI. Sono ancora in corso le indagini per risalire all’identità dell’uomo che ieri mattina, poco dopo le 8,30, ha fatto scattare l’allarme bomba al Tribunale di Cagliari con una chiamata anonima. Di certo c’è, per ora, un fatto: la telefonata che riferiva della presenza di un ordigno (rivelatosi poi inesistente) nel Palazzo di giustizia è partita da Quartu.
Da una cabina telefonica, per la precisione. I carabinieri sarebbero al lavoro per rintracciare il responsabile. Stando a quanto emerso - anche se sulla vicenda trapela poco e niente - si tratterebbe di una persona che, nonostante l'orario, camminava con passo malfermo. A immortalare l'autore potrebbero esserci dei video.
La prima ipotesi è che si sia trattato di nient’altro che uno scherzo. Di cattivo gusto, certo. Ma di chiamate di questo tipo, al tribunale di Cagliari, ne arrivano almeno cinque o più ogni anno.
Ieri mattina, però, l’allarme ha causato un rinvio che ha fatto notizia: quello dell’udienza preliminare sulle nomine di alcuni dirigenti alla Regione, in cui il presidente Christian Solinas si sarebbe dovuto difendere dall’accusa di abuso d’ufficio. Era nell’aula del quinto piano del palazzo insieme all’avvocato Salvatore Casula in attesa degli altri imputati, quando è arrivata la chiamata anonima e dopo un’ora e mezza di attesa, la gup, constatato che ormai il ritardo si era fatto troppo largo, ha deciso di rinviare l’udienza al 30 maggio.