ROMA. “Chi mi vuol bene mi segua. Ma anche chi non mi vuole bene, e persino chi mi detesti”. Con questo appello il senatore Pd Luigi Manconi annuncia lo sciopero della fame a oltranza “fino a quando ci sarà un’ora o un minuto di tempo per la discussione parlamentare” della legge sullo ius soli.
“Non è affatto vero, infatti, che il tempo non ci sia – attacca Manconi - Quando c’è la volontà politica, il tempo si trova sempre. Si ha a disposizione un’ intera settimana di lavoro parlamentare, prima del giorno di Natale, e si può ricorrere, come tante volte è accaduto, alle sedute notturne. Dunque, si può fare: e c`è una conferma limpida e recentissima”.
Quale? L’approvazione della legge sul fine vita. “La legge sul biotestamento – spiega il senatore sassarese - sembrava destinata, appena due mesi fa, a un’archiviazione definitiva, in attesa di tempi migliori. Si è manifestata, invece, una volontà politica, che è stata perseguita con determinazione, e che ha portato a un ottimo e insperato risultato. Non si è voluto fare altrettanto con la legge sulla cittadinanza, per calcoli piccini e per una inveterata codardia. Si è arrivati, così, agli sgoccioli di una legislatura che avrebbe potuto dare frutti migliori, ma che ancora, e nonostante tutto, lascia tempo e spazio – per quanto esili – a un ultimo tentativo. Guai a sprecarlo”.
L'intervista di YouTg al senatore Luigi Manconi
“È, il mio, un atto di testimonianza meramente simbolico? - si chiede Manconi - Non credo proprio. E non lo credo per due ragioni. La prima: perché il tempo e i numeri, come si è detto, ci sono. A patto, certo, che si abbia la volontà di perseguirli. E, dunque, questa opportunità, per quanto flebile, va verificata fino all’ultimo. Non farlo significa rendere ancora più grave e mortificante la sconfitta: non certo uscirne con eleganza. E va evitato, soprattutto, che il tema della cittadinanza venga archiviato – e affossato in un silenzio mediocre e in un fatalismo cinico”.
“La seconda ragione che mi induce allo sciopero della fame - prosegue il parlamentare dem - nasce dal dolore recente per la morte di Alessandro Leogrande. In una delle sue pagine più belle, a conclusione de "La frontiera", il giovane scrittore pugliese – di fronte al martirio di San Matteo del Caravaggio – parla dell'enigma del non agire. Quella sindrome, cioè, che produce rinuncia e indifferenza, impotenza di fronte all`ingiustizia e smarrimento morale. Un enigma terribile, abissale e, per certi versi, indecifrabile. Ma così gravido di conseguenze - conclude Manconi - da indurre a considerare l'agire e l`azione politica, nelle forme oggi possibili, come la più ineludibile e urgente delle scelte. E la più razionale".