SERVITÙ MILITARI. Se ne parla dal 1999. Ma solo attraverso un imminente decreto impositivo del ministro della Difesa Roberta Pinotti diventerà realtà il Siat, l'impianto per la guerra simulata che verrà realizzato all'interno del Poligono di Teulada: guerra virtuale, in campi di addestramento che riproducono un terreno di battaglia mediorientale e uno balcanico. Insomma: scenari che porteranno i soldati ad allenarsi al combattimento in un contesto molto simile al reale. Il Comipa, riunito questa mattina al comando dell'Esercito in via Torino a Cagliari, ha bocciato il progetto: tre componenti civili del comitato misto paritetico sulle servitù militari hanno negato il loro consenso al piano presentato dallo Stato maggiore della Difesa. Mancando l'unanimità, arriva la bocciatura: deve intervenire il ministro. Ma cosa c'era sul piatto?
Il Siat secondo il ministero della Difesa
IL PROGETTO. Quello del Siat è(Sistema di addestramento integrato terrestre) è un piano nazionale da 90 milioni di euro, stilato dal ministero della Difesa, che nel poligono di Capo Teulada prevede la realizzazione di due centri di addestramento alla guerra simulata. I soldati, equipaggiati di tutto punto e armati di laser, ma non solo, si addestreranno nella perfetta riproduzione, in stile hollywoodiano e ad alta tecnologia, di un villaggio balcanico e un altro mediorientale (Mout site-Military operation on urban terrain) che verranno costruiti nella piana di Medau Becciu. Spunteranno case, strade, luoghi di preghiera, negozi di alimentari. Se ne parla dal 1999. Ma solo nel 2010 arriva l’approvazione del contratto: il bando da 90 milioni va alla Vitrociset, in partnership con la multinazionale Cube Corporation New Zeland Ltd, colosso dell’industria bellica, con subappalto alla Ste Spa.
MENO ESERCITAZIONI A FUOCO? NO. Con l'avvento della struttura all'interno del poligono verranno ridotte le impattanti esercitazioni a fuoco? La risposta è no. Cosa succederà lo spiega la relazione che la Vitrociset ha allegato al progetto. «Il ciclo addestrativo sarà articolato su un periodo di due settimane, per 20 rotazioni l’anno (...). La seconda settimana, per quattro giorni, sarà dedicata a esercitazioni a fuoco con munizionamento reale, giacché sarà impossibile non addestrare il personale al suo maneggio, gestione e impiego». Non solo laser, quindi, ma proiettili veri. Mentre dal mare continueranno i lanci di missili e bombe contro costa, come succede da decenni. Il generale dell’Esercito, Pietro Luigi Monteduro, non ha lasciato grandi speranze in una riunione sul Siat dell’11 luglio del 2013. «Allo stato», ha detto, «non è possibile pronunciarsi nel senso di una possibilità di riduzione delle attività a fuoco». Che significa: nessuna riduzione.