CAGLIARI. La rete di assistenza ai disabili dell'Aias in Sardegna rischia di sfondarsi e sprofondare in un fallimento, portandosi dietro i circa 700 dipendenti rimasti a lavorare e tutti i loro pazienti. Sono pesantissimi i rilievi riportati nel decreto del tribunale fallimentare di Cagliari che fissa al 21 aprile l'udienza per dare corso "al procedimento di revoca dell’ammissione alla procedura di concordato preventivo" alla quale era stata ammessa l'associazione della famiglia Randazzo, attiva dal 1967.
Nel documento, sulla base della relazione dei curatori, si parla di "omessa previsione di regolarizzazione della società di fatto in funzione della cessione del patrimonio e dei conseguenti ingenti oneri fiscali", di "irregolarità della notifica della proposta di transazione fiscale alla Agenzia delle Entrate". Ma anche di "sopravvalutazione del patrimonio per un importo stimato in € 26.822.034,00, con conseguente impossibilità di assicurare alcun soddisfacimento ai creditori chirografari e solo parziale in favore dei privilegiati".
Ma sarebbe emersa anche la "previsione di realizzo dalla vendita degli immobili extra core business superiore al valore di stima indicato dagli stessi periti di parte, per un importo di € 4.917.010,00". Inoltre i commissari sarebbero stati impossibilitati a "svolgere compiutamente i controlli previsti dagli artt. 172 e 173 l.f. a causa della modalità di tenuta della contabilità". Sottolineato anche un "andamento reddituale negativo della continuità in contrasto con le previsioni del piano" oltre a "criticità collegate alla modalità di vendita delle aziende e degli immobili".
L'Aias ha la possibilità del contraddittorio. Non è detto che la lunga vicenda finisca nel peggiore dei modi. Ma il quadro sembra nero.