CAGLIARI. Lieve miglioramento per la curva dei contagi, ma non per quella dei ricoveri e soprattutto dei decessi. È quanto accade in Sardegna, dove le vittime del Covid continuano a essere una media di oltre sette al giorno, con un picco di 14 a febbraio.
Secondo l’analisi del direttore del dipartimento di area medica della Asl di Cagliari, Aldo Caddori, oggi si sconta la gravità dei pazienti ricoverati 20 o 30 giorni fa.
“La curva dei contagi è in lieve flessione ma quella dei ricoveri e decessi non ha raggiunto questa fase perché dobbiamo fare i conti con la gravità dei pazienti arrivati in ospedale circa un mesetto fa”.
Caddori inoltre spiega che “c’è una grande differenza tra vaccinati e non vaccinati. Chi non ha completato il ciclo ha una polmonite come nella prima, nella seconda e terza ondata. Mentre coloro che hanno aderito alla campagna vaccinale sono positivi, vanno gestiti come contagiosi per la sicurezza degli altri però sono affetti spessissimo da altre patologie, chi ricoveriamo oggi ha un basso impegno polmonare”.
Ma perché tanti decessi non sono riconducibili a pazienti che occupano letti delle terapie intensive ? Tutto è legato alla loro patologia. “Non c’è una patologia polmonare importante, quindi non necessitano di un ricovero nelle aree con supporto respiratorio”.