CAGLIARI. La Corte costituzionale ha bocciato il referendum sulla cannabis dichiarandolo inammissibile. Un quesito che riguarderebbe l'uso di stupefacenti, secondo la Consulta. La pensa diversamente Laura Di Napoli, referente dei Radicali in Sardegna, che parla di mancata considerazione dei pazienti che fanno ricorso a terapie antidolorifiche attraverso la cannabis terapeutica. “A loro sarebbe stato consentito coltivare la pianta nei lunghi periodi nei quali la somministrazione si blocca”, spiega la Di Napoli, “ma noi non ci fermiamo, la lotta continua anche se ci vorrà qualche anno”.
A spiegare le ragioni della Consulta è l’avvocato Aldo Luchi: “Ha ritenuto che l’elisione del termine coltivare avrebbe riguardato anche altre sostanze stupefacenti e non solo la cannabis”. Secondo Luchi “si tratta di un’occasione persa se si considera che la sostanza viene utilizzata anche per la cura di determinate patologie. Quella somministrata dallo Stato non è sufficiente”.