NUORO. Giovanni Pietro Secchi, titolare del panificio Secchi di Nuoro tiene in mano le sue bollette, a dimostrazione del fatto che ciò che dice corrisponde a verità. In una c’è la cifra del 28 gennaio del 2021: 1151 euro per 5982 chilowatt consumati. L’altra mostra i dati di quest’anno: i chilowatt sono 6043, quindi pochi di più, la cifra invece ammonta a 2.450 euro. Stesso giorno: 28 gennaio, ma 2022. La sua compagnia si chiama Enegan, quindi inutile puntare il dito contro Enel. E il panificatore lancia un allarme: “Di questo passo i panifici chiuderanno”.
Poi l’elenco dei rincari subiti dalla categoria. “Prima c’è stato un aumento del prezzo della farina, semola e grano duro, poi il grano tenero, e in più l’acqua, prezzo raddoppiato, poi le tasse, ora l’energia e il carburante”. Cambia il lavoro, ma non i rincari. E manco il fotovoltaico aiuta. “Ormai sta diventando difficile gestire l’azienda agricola con quelli che sono i costi dell’energia elettrica”, dice Martino Scanu titolare dell’azienda Cinquemme Scanu di Guspini che produce suini, bovini, miele e cereali, “siamo passati da una bolletta di circa 600 o 700 euro al mese a oltre duemila euro nonostante all’interno dell’azienda ci sia un impianto fotovoltaico di venti chilowatt che ci mette in condizione di abbattere i costi, siamo quasi ko”. Raddoppio anche per l’azienda individuale di Efisio Perra:” Prima pagavo 800 o mille euro, ora anche duemila euro di costi energetici, questi ci mette in grande difficoltà perché arriviamo da anni pandemici che ci hanno messo in crisi”. Il caro energia è una mazzata anche per i bar che non vivono un bel momento. “Gennaio è stato un mese morto”, spiega un dipendente del Liberty Cafè di via San Benedetto a Cagliari, “oggi paghiamo più del 50 per cento in bolletta per l’energia elettrica, che si somma all’aumento delle materie prime, è veramente difficile”.