CAGLIARI. Oltre 2000 nuovi casi in più al giorno. Questo il risultato dell'applicazione dell'ordinanza del presidente della Regione, Christian Solinas, che ha assegnato la capacità di diagnosi della positività al Covid anche ai test antigenici rapidi effettuati nei centri autorizzati.
Ma cambiano solo i numeri, non la realtà. Chiedere a qualunque farmacista.

Prima del provvedimento del governatore, funzionava così: dopo il test - non molecolare - il farmacista caricava l'eventuale verdetto nel database del sistema sanitario. Da quel momento iniziavano a decorrere anche i termini della quarantena, che in realtà non era stata disposta da alcuna autorità sanitaria. Succedeva, anche se non esisteva l'ordinanza.
Per questo tanti, vanamente, attendevano l'intervento della Asl, per un successivo tampone molecolare. E vedevano trascorrere i dieci giorni di isolamento. Che fare?, si chiedevano tanti. Unica soluzione: effettuare un nuovo tampone, sperare che fosse negativo e riprendere una vita normale. Autogestione, insomma. Tanto che le diverse Asl avevano fornito indicazioni differenti: Sassari diceva di non attendere il loro intervento, Cagliari imponeva il molecolare.

Confusione totale, ora superata.
Il risultato è un drastico cambio dei numeri, che fa apparire la Sardegna come unica regione che si è infettata. Fino a venerdì risultavano appena 104 positivi emersi a seguito di antigenico rapido. Oggi sono ben 4.269: 4.165 in sole 48 ore, oltre 2mila al giorno. L'incidenza è salita a 763 nuovi positivi ogni 100mila abitanti nell'arco di sette giorni. Una forte crescita in controtendenza.
Ma non è una cattiva notizia.
Perché il carico sugli ospedali non si cambia con ordinanza. E al momento pare essersi fermata l'ondata dei ricoveri: 32 i ricoveri in terapia intensiva e 361 in area medica. Percentuali di occupazione stabili. Al netto di un altro problema: nessuno conteggia i positivi ricoverati fuori dagli ospedali Covid. E sono tanti.