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CAGLIARI. Sei positivo al tempone antigenico rapido? Allora non sei da considerare positivo. Almeno finché il risultato non viene confermato da un molecolare. In Sardegna, almeno. Perché questa è la linea imposta con una circolare interna che la direzione generale dell'assessorato alla Sanità ha inviato a tutti in servizi di Igiene pubblica dell'Isola.
Nello specifico, nella nota che porta la data del 27 gennaio, si legge che "il test antigenico positivo non è sufficiente a determinare un caso di SARS-Cov 2 se non confermato da tampone molecolare successivo” sino a diversa indicazione del governo regionale.
A segnalare l'esistenza del documento, che rischia di aggiungere confusione a una situazione abbastanza complicata, è la consigliera comunale del Pd a Cagliari, Camilla Soru.
"Vuol dire che se risulti positivo ad un test antigenico, l'Asl non ti può considerare positivo a meno che tu non faccia un molecolare di conferma. Ma dove e come fare questo molecolare non è dato a sapersi", spiega la Soru, "Che i tracciamenti siano saltati è di pubblico dominio, quindi o si aspetta che Asl ti chiami (cosa che probabilmente non accadrà mai) o lo si fa privatamente per la modica cifra di 80 euro".
Intanto, si apre anche un altro problema: chi risulta contagiato da un antigenico deve o no andare al lavoro, in attesa del molecolare? E se non va, come può giustificare l'assenza, visto che non sarebbe ufficialmente positivo?
Anche la Soru guarda al mondo del lavoro: "Ugualmente i medici di base non possono più rilasciare i certificati di guarigione con il solo tampone antigenico negativo", aggiunge l'esponente Pd, "Dopo questa nota anche loro sono obbligati a chiedere un tampone molecolare negativo. Altri 80 euro se vuoi riavere il Green Pass e tornare a lavoro. La Regione decide di rendere tutto il processo un’onerosissima corsa ad ostacoli. Impossibile da correre per moltissime persone".