CAGLIARI. Continua la fuga di dati sensibili degli abitanti dell'Ogliastra. Il bubbone scoppiato con il furto di 25 mila provette del parco Genos di Perdasdefogu, contenenti dna di 14 mila ogliastrini, nell'agosto del 2016 continua a diffondersi: il 5 ottobre scorso altro materiale riguardante il progetto SharDna è stato ritrovato a Sassari e trasferito al Cnr di Roma. Nel corso di una successiva ispezione, effettuata il 24 novembre, sono poi spuntati documenti cartacei e campioni biologici relativi ad alcuni volontari di Talana e Urzulei che si erano sottoposti alla ricerca fra il 1999 e il 2002, più una serie di campioni di siero e plasma relativi agli anni successivi.
Nell'ambito dell'inchiesta sul furto delle provette - fatte sparire e poi ritrovate nel settembre 2016 all'ospedale cagliaritano San Giovanni di Dio - lo scorso 30 ottobre i carabinieri di Jerzu hanno notificato l'avviso di proroga indagini a 17 fra amministratori locali e presidenti della SharDna e del Parco Genos, ritenuti responsabili a vario titolo di furto aggravato, peculato, abuso d'ufficio, falsità materiale commessa da pubblico ufficiale e violazione di dati relativi alla privacy. Il materiale sequestrato è stato trasferito al Consiglio nazionale delle ricerche di Roma che - dopo aver scritto per conoscenza alla società inglese Tiziana Life Sciences, che nel 2016 aveva acquistato SharDna da Renato Soru - attende ora istruzioni dal procuratore di Lanusei Biagio Mazzeo.