CAGLIARI. Una giornata trascorsa in ospedale, anche se non ha voluto passare lì la notte, preferendo rientrare a casa e cercare di non pensare troppo a quanto successo. “Volevamo solo fare colazione dopo una serata in discoteca”, racconta D.D., il cagliaritano 25 anni aggredito nella intorno alle 6 di sabato davanti al Bar Giardino, in via Campania, da un gruppo di ragazzi. Una rissa partita per un lieve tamponamento in fase di parcheggio. Una scarica di calci e pugni, con il gruppetto che esce dal bar per cercare di affrontare gli altri. Cinque contro sei. Una scena da fight club, il classico futile motivo che scatena un raptus di violenza incontrollata.
Il servizio sulla rissa di via Campania
“Con altri quattro amici – racconta D. – siamo andati per fare colazione dopo la discoteca. Dopo aver finito siamo saliti in macchina ma, mentre andavamo via, ho toccato il paraurti di quella che mi stava dietro, perché eravamo molto vicini. Da è degenerato tutto”. Dal bar escono in cinque o sei, tra cui il proprietario dell’auto danneggiata. Nessuna voglia di “trattare”, ma solo di risolvere la situazione “da uomini”.
A rendere ancora più esagitato il momento lo stato di alterazione: “Erano troppo esaltati, credo che avessero assunto qualche sostanza – spiega ancora D. – e uno di questi ragazzi ha aperto il mio sportello, cercando di portarmi via le chiavi. Nel mentre gli amici avevano fatto lo stesso con i miei compagni, prendendoli a calci e pugni. Sono sceso per cercare di calmare la situazione, ma subito mi hanno sferrato alle spalle un pugno violentissimo, colpendomi alla parte superiore della testa. Da lì sono svenuto, prima di cadere di faccia sull’asfalto, tra la macchina e il marciapiede”, spiega D.D., che ha ripreso conoscenza solo qualche minuto più tardi, una volta caricato in ambulanza.
“I miei amici mi hanno raccontato che, a quel punto, gli altri sono fuggiti via, tranne il padrone dell’altra auto (una Ford Fiesta, ndr) che era rimasto incastrato dalla mia Focus. A quel punto hanno chiamato i carabinieri e il 118, che per fortuna mi ha soccorso in pochissimo tempo”. Portato al Brotzu, D. è stato sottoposto anche a una Tac che ha escluso danni alla testa. Quattro giorni di prognosi, quindi la firma per le dimissioni. Ma la questione avrà certamente degli sviluppi: “Il proprietario dell’altra auto – racconta ancora il venticinquenne – ha avuto il cattivo gusto di chiedermi addirittura i danni, invece di chiedere scusa”. Con soli quattro giorni di prognosi, la querela non scatta d’ufficio. Ma D. ha già deciso. Domani mattina andrà in questura per sporgere denuncia. “Sono risalito ad alcuni dei loro nomi, anche se sono scappati. Adesso ci penserà la polizia”.